La politica deve cambiare volto, deve girare la pagina della storia, deve adeguarsi a parlare e sentire, ascoltare le esigenze della gente. Quello che può sembrare ovvio è uno dei problemi cruciali della politica oggi. Assistiamo allo spappolamento dei partiti, intesi in senso tradizionale, e sentiamo il pulsare di persone che vogliono fare politica in modo diverso, in modo partecipato con un concetto di democrazia , che si è persa per strada.
Le vecchie forme piramidali dei partiti sono entrati in crisi, perché sempre meno si accetta di farsi guidare dall’alto, senza voler partecipare alle decisioni, alle linee politiche.
Democrazia, partecipazione diventano punti nodali nel concetto di politica diversa da come è stata esercitata nei partiti, che, spesse volte, diventano padronali.
La nascita di movimenti coordinati, secondo concezioni europee, sta per avere il sopravvento sulla staticità dei partiti. Non conosciamo altre forme di strutture democratiche al di là dei partiti, e l’Europa, i suoi progetti ci vengono in aiuto, con le forme di coordinamento, che sono alternative ai segretari cittadini, provinciali, regionali e nazionali, che esercitano poteri su chi aderisce ad un partito, ad esempio. Questa formula è stata superata da tempo e contestata ampiamente, soprattutto in questo momento di confusione e di sbandamento.
Le parole rigenerazione, rinnovamento vanno in una direzione diversa dalla tradizionale. Così si sperimentano i movimenti, che si presuppone siano meno invasivi dei partiti. Ecco la necessità di sperimentare forme paritarie, in cui il coordinamento mette insieme, ma non detta leggi, decisioni, opera nella parità degli intenti, e non sulle teste della gente. In questo senso l’umanizzazione di nuovi modi di fare politica induce al mettere in essere movimenti che aderiscano a valori e principi europei . In questo senso il Movimento in fieri, che aderisce al PPE “Democrazia è partecipazione”è nato , dopo un dibattito aperto sul web, dall’incontro a Genzano Laziale, il documento prodotto, e il Manifesto che ne consegue, si pone il quesito essenziale del che cosa significa fare politica oggi, sulla difficoltà ad aderire ai partiti così come sono congegnati, ma nel credo che c’è un modo di fare politica con la “P” maiuscola, dalla parte dei territori, dalla parte del sociale, del culturale, del Mezzogiorno, della gente.
Il problema non è aderire a valori e principi, ma riconoscersi in strutture rigide come quelle dei partiti che finora conosciamo.
POLITICA: QUALI SVILUPPI? La crisi dei partiti
- Aprile 23, 2013
- 11:51 pm
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