La situazione che si sta generando per la Servizi per Modica preoccupa la Cgil

salvatore terranovaA distanza di quattro mesi dall’approvazione, da parte del Consiglio comunale, del Piano di riequilibrio pluriennale, col quale si è scelto di prevedere una considerevole diminuzione di risorse economiche per la “SpM”, non si è riusciti ancora a giungere, per le motivazioni di seguito rappresentate, ad un efficace accordo per la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti della predetta società che si trova a fronteggiare la situazione venutasi a determinare in maniera poco condivisibile.
Dopo diversi incontri, non escluso l’ultimo, tenutosi nei giorni scorsi, presenziato anche dall’esperto incaricato dall’azienda di elaborare il piano industriale della società e il connesso piano di utilizzazione dei lavoratori congiuntamente all’applicazione delle misure di sostegno a reddito previste dalle vigenti normative, l’unico elemento inequivocabilmente emergente è la evidentissima difficoltà dell’Azienda di governare proficuamente la delicata problematica, che vede contrapporsi in maniera forte la esigenza di coniugare, da una parte, il necessitato obiettivo di ridurre il costo complessivo dell’organismo partecipato e, dall’altra, la finalità, fatta propria dall’amministrazione comunale, di salvaguardare l’occupazione di tutto il bacino dei lavoratori.
“I documenti sin qui fornitici dall’Amministratore Unico – dice Salvatore Terranova della Cgil – non sembrano avere la sostanza di un vero e proprio piano industriale, tant’è che gli atti consegnati alle rappresentanze sindacali si riferiscono soltanto a qualche sporadico documento contenente sommarie indicazioni di numeri comprovanti solo la riduzione operata dal comune in relazione a ciascun servizio affidato alla partecipata e, da qualche giorno, ad una ancora abbozzata procedura di riduzione del personale quale misura propedeutica alla attivazione di strumenti di integrazione salariale per i dipendenti interessati, nulla di più.
Tutto ciò dà la certezza di come forse la Società non abbia ancora maturato, in risposta alla considerevole riduzione delle commesse comunali, il senso e la portata di un piano industriale in cui siano rappresentati in maniera incisiva sia l’assetto organizzativo che dovrà avere l’Azienda per i prossimi anni sia l’insieme delle misure attuabili a sostegno delle tutele occupazionali dei dipendenti.
Tali considerazioni non rappresentano il maldestro tentativo di suscitare ulteriori incertezze o alimentare malcontento nei soggetti destinatari dei processi di ristrutturazione cui andrà incontro la società in ossequio alle previsioni contenute nel piano di riequilibrio, sottoposto (ci risulta) alla disamina della Procura della Corte dei Conti nei giorni scorsi, ma sono il deciso riferimento all’Amministrazione comunale di riservare in questa fase maggiore attenzione alla società della quale detiene la totalità della partecipazione e di assumere un adeguato profilo di governance dei complessi processi da indirizzare, allo scopo di dare concreta attuazione a ciò che costituisce la responsabilità morale di tutti, ossia di non annientare posti di lavoro e dare un assetto duraturo alla società della quale, per i servizi che svolge, la città ha ancora bisogno.
In questo quadro appare a questo punto inderogabile che l’Amministrazione prenda definitivamente in mano il controllo della società e ne governi le problematiche che esprime, affinché si possano creare le condizioni tecniche ed operative indispensabili al perseguimento delle finalità individuate e si giunga finalmente ad una mediazione alta tra esigenze occupazionali e l’obbligo di fare economie”.
A tal proposito, la Cgil ritiene in primo luogo che l’Amministrazione debba convocare entro pochi giorni un incontro al fine di poter valutare e verificare l’applicabilità delle seguenti opzioni di percorso: Servizio scuolabus: – Benché la SPM sia una società a totale partecipazione pubblica, nel corso dell’ultimo decennio per questo servizio ha versato all’inps i contributi previsti per accedere alla cig e alla cigs; infatti all’inps il servizio viene configurato come industriale, tant’è che nel 2011 la Commissione regionale per l’Impiego dell’Assessorato regionale al Lavoro con delibera n. 1181 del 29/06/2011 ha approvato il riconoscimento della mobilità ordinaria con indennità per 4 anni ad un ex dipendente (autista scuolabus), oggetto di procedura di licenziamento collettivo, messa in atto dalla Modica Multiservizi, anch’essa società a totale partecipazione pubblica. Sulla base di ciò questa O.S chiede al Sindaco di prevedere al più presto un passaggio chiarificatore all’inps di Ragusa per definire l’ipotesi di accessibilità alla cigo e di creare le condizioni per essere ricevuti dall’Ufficio competente del Ministero del Lavoro onde chiarire la questione relativa alla possibilità dell’azienda di accedere ai benefici della cassa integrazione straordinaria nonostante la sua natura giuridica.

Altri servizi: – Che tali servizi non rientrino di fatto nelle disposizioni normative previste per le aziende destinatarie delle misure di sostegno a reddito riconducibili alla cigs è un fatto assodato, eppure l’azienda, quand’anche più volte sollecitata, ad oggi non ha verificato al Ministero del Lavoro se i lavoratori di detti servizi possano accedere ai contratti di solidarietà previsti per le aziende non soggiacenti alle prerogative discendenti dalla cigs.

3. Contributo regionale:-In ragione delle difficoltà che si potrebbero riscontrare, alla luce delle limitazioni applicative imposte dalla vigente normativa, nell’attivazione degli strumenti ordinari e straordinari di sostegno al reddito per i dipendenti delle società sulle quali le amministrazioni pubbliche detengono la totalità della partecipazione, acquisisce particolare rilevanza, al fine di conseguire ottimali risultati, riuscire a concretizzare l’impegno assunto, più di due mesi addietro, dal Presidente Crocetta nei confronti del Sindaco, quando nel corso dell’incontro, tenutosi a Ragusa, prese l’impegno di venire in aiuto al Comune, che aveva già fatto ricorso alle disposizioni del decreto salva-enti, attraverso l’assegnazione di un contributo di sostegno al reddito di 1.200.000 euro per il biennio 2013-2014, che rappresenta il lasso di tempo nel quale maggiori saranno gli effetti compressori delle previsioni del piano di riequilibrio.
Riuscire ad incrementare gli oneri finanziari che il Comune affiderà nel biennio considerato alla “SpM” attraverso il contributo regionale significherebbe mettere la società nelle condizioni migliori per oltrepassare la transitoria difficoltà finanziaria senza dover intaccare le tutele occupazionali dei dipendenti e il loro reddito. Non vi è altra strada che quella di far sì che la Regione, così come si è impegnata per i dipendenti della Gesip, per la quale comparteciperà insieme al Comune di Palermo ai costi della Cig in deroga, adempi all’impegno preso, anche perché questa è la strada propedeutica a qualsivoglia altro percorso, anche quello direttamente riconducibile alla applicazione degli ammortizzatori sociali.
La Cgil esprime la propria convinta preoccupazione che nei prossimi mesi possa avverarsi il rischio di risultare ineludibile la scelta di operare drastiche misure di riduzione del personale se in tempi ragionevolmente brevi non verrà individuato un percorso di salvaguardia dei lavoratori all’interno del tetto finanziario fissato nel piano di riequilibrio. In questi 4 mesi già trascorsi ben più della metà della posta finanziaria (2.200.000 euro) prevista per il bilancio 2013 è stata spesa, non essendo stato fino ad ora attuato alcuna misura di contenimento della spesa per i servizi affidati, il cui costo mensile ammonta a circa 300.000. euro
In ragione delle suesposte considerazioni, non appare più tollerabile che l’Amministrazione si attardi in un atteggiamento di interesse intermittente sulle delicate questioni della ristrutturazione della società partecipata, la cui sorte non può essere lasciata, vista la complessità delle scelte da assumere, sulle spalle del solo Amministratore unico, il quale potrebbe trovarsi, se lasciato solo, da qui a poco tempo nella sventurato ruolo di dover assumere decisioni gravi, con conseguenze pesanti per i lavoratori.
“In questo contesto di oggettive difficoltà della Società – conclude Terranova . non sarebbe ininfluente se il Sindaco si facesse promotore della istituzione, presso il Comune, di una unità di crisi per monitorare e verificare la qualità, la proficuità degli strumenti che si vorranno attuare a sostegno dell’Azienda e dei suoi dipendenti”.

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