La moglie che nel 2010 lo fece arrestare per violenza sessuale, rapina, violazione di domicilio e violenza privata, lo avrebbe spesse volte provocato. Questo, almeno, quanto è emerso durante l’ultima udienza del processo davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Antongiulio Maggiore, presidente, Francesco Chiavegatti e e Vincenza Rado Scifo, a latere) nei confronti di Santo Lo Giudice, 50 anni, originario di Avola, ma residente a Ispica, di fatto ancora detenuto a Palermo. E’ stato un testimone a “rappresentare” al pubblico ministero, Alessia La Placa, e ai magistrati, questo aspetto della vicenda. L’uomo, titolare di una sala giochi frequentata dall’imputato, ha detto in aula che la donna chiamava spesso Lo Giudice al telefono. “L’imputato – ha detto – talvolta metteva in viva voce il proprio telefonino. In un’occasione ho sentito lei che gli diceva che avrebbe fatto di tutto per farlo arrestare. Il marito ha staccato ma la donna ha richiamato e gli ha detto: “sono con due marocchini e li sto facendo divertire”. Lo Giudice è difeso dall’avvocato Saverio La Grua, mentre la moglie si è costituita parte civile attraverso gli avvocati Ignazio Galfo e Milena Iacono. L’uomo ha subito diverse denunce dalla congiunta che lo accusa di essere pedinata, di ricevere telefonate ingiuriose, di essere stata minacciata, picchiata e anche rapinata. Tra le tante circostanze denunciate nel corso della travagliata relazione, durante i procedimenti spicca quella del 10 maggio 2009, quando Lo Giudice sarebbe entrato nella casa della donna, le avrebbe strappato i vestiti di dosso costringendola ad un rapporto sessuale completo nonostante l’opposizione della donna. Lui sostiene che in quella circostanza era stata la moglie a farlo entrare. Il prossimo 17 luglio la sentenza.
Ispica, accusato di stalking nei confronti della moglie. Teste lo scagiona
- Aprile 30, 2013
- 10:12 am
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