Ispica: dissesto e buon esempio

paolo monaca“Ci saremmo aspettati un atto di onestà, un’ammissione di responsabilità o il dignitoso riconoscimento di una pacifica verità in merito a quel dissesto che da tempo è sotto gli occhi di tutti e che è stato puntualmente certificato dalla Corte dei Conti. Sopratutto di fronte a una città già al collasso, con centinaia di famiglie costrette a fronteggiare situazioni divenute oramai insostenibili. E invece la seduta del Consiglio Comunale del 26 e 27 aprile 2013 ha fatto registrare l’ennesimo e forse il più squallido tentativo di mistificazione dei fatti da parte dell’Amministrazione Rustico”. Lo dice Paolo Monaca, consigliere comunale del PID di Ispica secondo cui c’è un maldestro tentativo del primo cittadino di far passare una semplice presa d’atto richiesta dal prefetto, per una deliberazione irresponsabile del Consiglio comunale non è andato a buon fine, decretando la fine di una amministrazione e la condanna di un vecchio modo di fare politica, basato sugli sprechi di vario colore, sui contribuiti a pioggia da destinare agli amici degli amici, sul clientelismo, sulla intimidazione psicologica dei dipendenti comunali e su una gestione disastrosa dei soldi pubblici.
“Il termine dissesto – aggiunge Monaca – può sembrare una parola negativa (e per certi versi lo è sicuramente) ma dissesto significa anche l’inizio del risanamento. E ad Ispica lo inizieremo a fare all’insegna della legalità e del buon esempio.
Nel ribadire che il Comune è in dissesto non per decisione del Consiglio comunale, ma perché la Corte dei Conti ha riconosciuto sussistere tutti i requisiti del caso – la crisi irreversibile di liquidità, la limitata capacità di riscossione dei tributi locali, la distrazione dei fondi a destinazione vincolata, il ritardo nel pagamento del personale dipendente e dei creditori, ecc. – occorrerà adesso che i responsabili di questo sfacelo si facciano finalmente da parte e lascino il campo a coloro che intendono impegnarsi con serietà e responsabilità per il vero risanamento dell’Ente.
Al tempo delle vuote parole occorre sostituire quello delle azioni, degli atti concreti e soprattutto del rispetto della legalità. Ognuno è chiamato a fare la sua parte.
Ritenendo doveroso, prima come cittadino e poi come rappresentante delle istituzioni comunali, dare contributo al risanamento finanziario della Città, ho formalizzato durante i lavori dell’ultimo consiglio comunale, la rinuncia volontaria al gettone di presenza per la partecipazione ai Consigli Comunali e alle Commissioni Consiliari, con effetto retroattivo dall’insediamento in Consiglio e fino al termine del mandato. Chiedendo espressamente che il risparmio derivante dalla rinuncia al gettone di presenza, messo a disposizione del bilancio comunale, sia destinato in parte al finanziamento degli interventi in ambito sociale ed assistenziale per le persone economicamente svantaggiate ed affette da gravi handicap, come previsto dalle normative vigenti (es. legge 104/92, legge 328/2000 … ), in parte all’attuazione dei commi 3 e 4 dell’articolo 65 del “Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale” per la trasmissione “in diretta” audio/video delle sedute consiliare (in streaming sul sito web del Comune e/o coinvolgendo le radio locali).
Un piccolo atto, questo, che mi auguro sia seguito dagli altri rappresentati dell’Ente.
Nel segno di un rafforzamento dell’etica pubblica e di una ricostruzione del rapporto di fiducia con i cittadini, dal quale la politica dovrà necessariamente ripartire”.

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