Per la morte di un pozzallese, richiesta di rinvio a giudizio per sei medici. Archiviata la posizione di altri 15

Ospedale MaggiorePer la morte del pozzallese Nicolò Di Rosa, avvenuta nel mese di maggio dello scorso anno, la Procura della Repubblica di Modica ha chiesto il rinvio a giudizio per sei medici dell’Ospedale Maggiore. Il Gip, Elio Manenti, invece, ha emesso ordinanza di archiviazione per altri quindici medici e operatori sanitari delle divisioni di Cardiologia, Ortopedia e Rianimazione. Di Rosa, 54 anni, era deceduto il sette maggio 2012 del nosocomio modicano, durante il decorso post operatorio. Nella vicenda furono indagati ventuno operatori sanitari, molti dei quali medici di Chirurgia, Medicina e Rianimazione del “Maggiore” e anche dell’Ospedale di Vittoria. La Procura della Repubblica volle vederci chiaro e nominò due periti, Giovanni Trombatore, di Rosolini, e Orazio Cascio, di Catania, mentre alcuni indagati avevano nominato i medici legali, Geraci e Iuvara quali consulenti di parte. L’uomo fu ricoverato al “Maggiore” il 27 aprile. In primo luogo fu portato in Cardiologia da dove, fu disposto il trasferimento in Medicina. Dagli accertamenti emerse la presenza di un’ulcera. Dopo le terapie, però, la situazione non era migliorata e allora si decise di sottoporlo a intervento chirurgico il quattro maggio successivo. Durante il decorso post operatorio l’uomo fu colpito da embolia. Fu chiesta una consulenza a Vittoria(erano indagati due medici del “Guzzardi”), dove l’interessato fu trasferito. Dall’ospedale vittoriese il paziente tornò, addirittura, in codice verde a Modica, dov’era stato, nel frattempo, occupato il posto letto a beneficio di un altro degente, perché non ci si attendeva il ritorno di Di Rosa. L’uomo sarebbe rimasto per oltre sei ore su di una barella, nel reparto di chirurgia del “Maggiore”. Poi il decesso, immediatamente prima che il paziente fosse sottoposto alla tac. Da qui la denuncia dei familiari, che paventarono un ennesimo caso di malasanità. Tra la trombosi alla base dell’embolo fatale e il decesso, stando a quanto contenuto nella denuncia depositata in procura, sarebbero difatti trascorse ben 36 ore, senza che gli esami specialistici accertassero le cause del malessere di Di Rosa. In extremis si era optato per la tac, ma era già troppo tardi. Di Rosa era stato ricoverato al «Maggiore» per dei frequenti attacchi di vomito causati, a quanto pare, da un’ulcera duodenale. Di Rosa lasciò la moglie e un figlio 16enne. Per i sei medici rimasti nell’inchiesta la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Saranno processati dal Gup il prossimo mese di giugno.

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