Ragusa, allarme Uilcem: “Questa Finanziaria blocca la produzione di petrolio”

uilcem1“L’emendamento presentato dal Movimento 5 stelle, con il raddoppio delle royalties per la produzione di idrocarburi, che passerebbero dal 10 al 20 per cento, e l’eliminazione della franchigia avrà come effetto immediato non quello del raddoppio delle entrate, così come enfatizzato dal Governatore, ma lo stop definitivo alle produzioni per le concessioni minerarie medio piccole in tutta la Sicilia.
Sarebbero dunque i campi marginali a bassa produzione di petrolio e gas, come quelli di Ragusa, Comiso2, Gela, Bronte, Gagliano a chiudere da un momento all’altro grazie all’emendamento dei grillini sui correttivi alla finanziaria 2013 varata dal governo Crocetta. E’ categorico il segretario di UilCem, Peppe Scarpata, a commento della Finanziaria. “La produzione di petrolio e gas in provincia – dice – per quei campi con margini economici relativamente bassi, vedi la concessione Ragusa e Irminio, rispettivamente per Enimed e Sviluppo Risorse Naturali tramite la consociata Irmino srl, è stata tenuta in vita in questi anni grazie alla franchigia, ovvero, grazie a quella percentuale di esenzione tributi per i primi 20 milioni di metri cubi di gas e 20.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in terraferma.
Occorre evidenziare che nel 2010 il Governo Lombardo aveva già alzato l’asticella percentuale dell’aliquota di prodotto che il titolare di ciascuna concessione di coltivazione era tenuto a corrispondere annualmente alla Regione Sicilia, passando in un sol colpo dal 7% al 10, con applicazione, però, della franchigia.

Il risultato contabile della manovra dell’ex Governatore era stato pregevole. Le royalties annue, infatti, in Sicilia, sono aumentate dal 2010 al 2012 del 30% netto, passando dai 12 Milioni di euro incassati nel 2009 agli attuali 19 milioni di euro del 2012; somme corrisposte all’erario regionale dalle aziende dell’esplorazione e produzione che operano in Sicilia.

Grazie ai proventi delle royalties petrolifere, il Comune di Scicli, a esempio, ha avuto un finanziamento di 1.2 milioni di euro per la costruzione della piscina comunale.

Grazie alle royalties e alle compensazioni ambientali il Comune di Ragusa, a esempio, ha riscosso il finanziamento da parte di Enimed, Irminio ed Edison per l’ammodernamento di Piazza Libertà, circa 5 milioni di euro.

Oggi, invece, per far quadrare i conti di un bilancio regionale che registra un disavanzo di 2,3 miliardi di euro, Crocetta, non solo raddoppia le aliquote per le royalties -che pure condividiamo, visti i felici riflessi sul nostro territorio- ma toglie la franchigia, vera ancora di sopravvivenza per tutte le concessioni medio e piccole del comprensorio siciliano, e di quello ragusano, soprattutto.
Aziende come Irminio srl ed Enimed (solo per la concessione Ragusa) stanno già valutando, contabilmente, gli effetti rovinosi del provvedimento Crocetta per le produzioni di competenza.
Lo stop immediato alle produzioni di Irminio, non più convenienti, e una rivisitazione organizzativa forte per quelle di Eni, con forti probabilità di fine attività tra qualche anno, sarebbe, dunque, l’ineluttabile risultato del provvedimento economico e finanziario a firma Crocetta sulla tassazione del petrolio siciliano.
La sola Irminio srl, ad esempio, occupa attualmente 21 risorse, tra tecnici operativi d’impianto e amministrativi, con un indotto di circa 50 imprese, competenti in metalmeccanica di precisione e servizi integrati all’estrazione, con un battente occupazionale, al 2012, di 149 addetti.
A rischio, dunque, e in breve tempo, almeno 200 posti lavoro, tra diretto e indotto in provincia di Ragusa, solo per lo stop alle produzioni di una sola concessione.
Ma il raddoppio del pagamento delle Royalties dal 10 al 20 % e la sospensione della franchigia avrà come unico e diffuso risultato la chiusura dei campi di coltivazione a bassa o bassissima produzione in tutta la Sicilia, irreparabilmente.
Comprendiamo le difficoltà del Governo regionale per il disavanzo da debito pubblico ereditato e praticato, ma mettere a rischio la produzione di petrolio in Sicilia, solo per far felice e contenta la bandiera a 5 stelle sventolata dagli onorevoli grillini, non è per niente giustificabile.
Invitiamo pertanto la deputazione regionale territoriale a valutare in modo attento e rapido l’impatto della nuova norma finanziaria sulle attuali produzioni petrolifere siciliane, tenendo conto degli effetti disastrosi che il nuovo balzello potrebbe produrre per l’occupazione e per l’economia della provincia di Ragusa e della Sicilia tutta.”

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