Ust e Fisascat Cisl su villaggi turistici Ragusa Siracusa in sit in dopo chiusura strutture ricettive a Ispica e Scicli

vardèSit in, martedì prossimo, 7 maggio, a partire dalle ore 9 davanti alla Prefettura di Ragusa, in via Rapisardi. A manifestare i lavoratori delle strutture ricettive di Ispica e Scicli rimaste chiuse dopo il sequestro disposto dalla magistratura nell’ambito di una inchiesta su presunti sversamenti in mare di reflui fognari. La manifestazione, indetta dalla UST e dalla Fisascat di Ragusa Siracusa, arriva dopo una dettagliata relazione inviata al prefetto di Ragusa Annunziato Vardè dal segretario generale Paolo Sanzaro e dal segretario di categoria Vera Carasi.
Al centro della vicenda circa 400 persone impegnate, tra diretto e indotto, con varie mansioni, all’interno delle strutture ricettive in questione.
“Il problema – hanno dichiarato Sanzaro e Carasi – riguarda centinaia di lavoratori che già vivono di lavoro stagionale e quindi precario ma che solo da quello ricavano sostegno per le loro altrettante famiglie, non considerando l’altrettanto grosso problema che ricade su tutta la popolazione ragusana in quanto le tre strutture alberghiere ricoprono da sole oltre il 75% dell’offerta turistica del territorio.”
Alla vigilia dell’avvio della stagione estiva, il sindacato esprime preoccupazione per una vicenda che rischia di appesantire, ulteriormente, un disagio sociale evidente e conclamato.
In attesa dell’incidente probatorio lungo il litorale di Scicli e la possibilità che venga revocata l’agibilità delle strutture, resta pesante la situazione dei lavoratori.
“Parliamo di circa 400 persone – ribadiscono Paolo Sanzaro e Vera Carasi – si tratta di una fetta importante di lavoratori che non hanno ancora ricevuto alcuna risposta e rischiano di trovarsi fuori da quel mercato del lavoro stagionale turistico che sostiene le loro famiglie.
Saremo, quindi, sotto la Prefettura di Ragusa per manifestare il forte disagio e appellarci a Sua Eccellenza il Prefetto perché intervenga a salvaguardia di questi lavoratori.”

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