Operazione “Fil Rouge”. Richiesta di rinvio a giudizio per 5 modicani e 4 catanesi

giovanni favaccioNove richieste di rinvio a giudizio sono state avanzate dalla Procura Distrettuale Antimafia al Gup del Tribunale di Catania nei confronti di cinque modicani e quattro catanesi, coinvolti nella complessa ed articolata attività d’indagine espletata dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa, avviata nei primi mesi del 2007 e conclusasi ad aprile 2008, denominata “Fil Rouge”. Si tratta di Fabio Pagano e della sua convivente Maria Assunta Zini, di Gino Rosa, Roberto Avola e Antonio Giurdanella, difesi dagli avvocati Giovanni Favaccio, Enrico Platania ed Enzo Cavallo. Richiesta anche per Antonino Andolfo, Salvatore Gianguzzo, detto “Turi bomba”, Renzo Palacino e Antonio Scavone, difesi dagli avvocati Emanuele Gullì, Sergio Calcano, Salvatore Leotta e Leandro Alberghina. I primi cinque sono accusati di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti, gli altri quattro anche di associazione per delinquere. Il processo è stato fissato al prossimo mese di ottobre. L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, aveva permesso di appurare l’esistenza di tre autonome e distinte organizzazioni criminali dedite al narcotraffico operanti su tutto il territorio della provincia di Ragusa ed in particolare nei comuni di Modica, Comiso e Vittoria, collegate tra loro da una sottile linea rossa (Fil Rouge) costituita esclusivamente dagli sporadici contatti avvenuti tra gli indagati dei tre gruppi per approvvigionamenti estemporanei. Un primo gruppo era formato dai nove soggetti modicani e catanesi, quasi tutti già arrestati in precedenza per reati in materia di stupefacenti, che rifornivano di cocaina spacciatori del comprensorio modicano e di Comiso. La cocaina, che in codice, in alcune circostanze, veniva chiamata “neve dell’Etna”, veniva “appoggiata” a credito dal gruppo catanese ai pusher modicani che una volta venduto lo stupefacente saldavano il debito. L’attività illecita fu riscontrata in data 27 settembre 2007 dall’arresto in flagranza di Fabio Pagano e Maria Assunta Zini,

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