LA CULTURA MUORE IN SICILIA. Per una vera politica culturale

rosanna bocchieri“La tabella H non è il Male della Sicilia (è certamente uno tra i suoi mali) ne è, piuttosto, la sua rappresentazione: la migliore illustrazione dell’ostinato perseguimento degli interessi particolari e del dispregio assoluto del bene comune, dell’inettitudine e dell’ignoranza della più larga parte della nostra classe dirigente, del trionfo del…l’ipocrisia e della menzogna, del giuoco perverso delle strategie “a futti cumpagnu” cui con passione ci si dedica nei palazzi del potere, nelle segreterie politiche degli “ntisi” e all’interno dei gruppi parlamentari.
Chi poteva fare non ha fatto, scientemente; ben sapendo quali sarebbero stati gli esiti di questo percorso e prefigurando la possibilità di rivolgerli a proprio vantaggio. L’eroe appare oggi, dunque, chi ha saputo perseguire una precisa strategia che lo portasse a farsi Dominus assoluto, ad essere acclamato come liberatore di quei mali che egli stesso aveva contribuito a procurarci. Se invece di stare a guardare il Presidente, il Governo, gli Onorevoli “che contano”, avessero sostenuto con forza il lavoro svolto dagli uffici dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dalla V Commissione dell’ARS, rivolto a una puntuale valutazione degli enti beneficiari e all’introduzione di criteri di assegnazione precisi e trasparenti nonché alla suddivisione categoriale per ambiti di competenza, non avremmo assistito all’ennesima affermazione delle più ignobili logiche spartitorie. Una affermazione che conteneva in sé i germi della débâcle, di un naufragio che avrebbe rilanciato il progetto che era già stato di Raffaele Lombardo: affidare alla Presidenza il compito di assegnare i contributi.
Per quanto sdegnato dalla condotta dell’Assemblea parlamentare, ritengo che la democrazia si fondi sul confronto di istanze e esigenze plurali. Spero dunque che di fronte all’ennesimo scacco, all’ennesima umiliazione, questa sappia reagire e riaffermare le proprie prerogative procedendo immediatamente all’approvazione del Disegno di Legge: “Modalità di erogazione dei contributi regionali alle istituzioni culturali”.
Queste parole di Ignazio Buttitta, Presidente della Fondazione Buttitta di Palermo , ci inducono a delle considerazioni sul non cosa significa fare cultura in Sicilia ma sulle difficoltà che ogni uomo di cultura, operatore culturale, artista affronta nel farla, perché esistono coloro che la fanno, anche nelle mille difficoltà. La cultura si fa , a volte, a tasso zero, con contributi minimi si apporta crescita nella società, tra le persone.
Quante le Compagnie teatrali che, grazie a sponsor privati, quante le Associazioni e Fondazioni, quanti i teatri, gli artisti si muovono nell’ottica di contribuire alla crescita, all’educazione del nostro popolo, prettamente ibleo e siciliano, che da qui in avanti dovranno sempre più fare a meno degli aiuti Istituzionali, in quanto le risorse scarseggiano!
Solo 12 milioni di euro per la cultura in Sicilia, parliamo dell’Assessorato ai Beni Culturali. 25 milioni, oggi bloccati insieme ad altri articoli della Finanziaria, dovrebbero andare alla Tabella H, famigerata ,criticata in quanto, a volte, manovrata dalla politica, anche se in questa ci sono Associazioni e Fondazioni che hanno lavorato bene negli anni.
Inoltre, stiamo assistendo allo scempio della non internazionalizzazione dei gioielli culturali, che non potranno andare più all’estero , se non vengono affittati dagli Stati stranieri. Ultima decisione dell’Assessore Sgarlata. Ma, insomma, questa Rivoluzione Culturale dove sta? La non internazionalizzazione porterà ad un impoverimento della Sicilia, in quanto riteniamo gli scambi basilari per il turismo culturale. E’ questa la politica culturale, cui avevamo creduto? Delusione tra tutti noi, tra coloro che si battono, da anni, per far crescere questa terra amata e tanto bistrattata.
Sarebbe bene stabilire dei criteri per evitare guerre tra i poveri, sarebbe bene avere una mappatura territoriale delle Associazioni e Fondazioni culturali, delle Compagnie Teatrali Professioniste, degli Artisti, che, magari, sono conosciuti in Italia e all’estero, e non in Sicilia. Insomma, una politica culturale della Regione Sicilia significa condividere le idee di crescita di quanto prende vita dall’isola , e valorizzare le risorse e le realtà territoriali.

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