Bancarotta fraudolenta. E’ stata questa l’accusa dalla quale si sono dovuti difendere i tre soci dell’oramai scomparsa “Sofin”, un’azienda commerciale che per anni richiamò migliaia di acquirenti per la varietà di prodotti proposta giacchè operava nel settore alimentare e dell’abbigliamento, tra le prime a puntare in provincia di Ragusa nell’attività più ampia poi sfociata nel polo commerciale. Gli imprenditori modicani Carlo Catania, Luigi Occhini e Giuseppe Macrì, di 78, 56 e 68 anni, in pratica il suocero e due generi, tutti difesi dall’avvocato Salvatore Campanella, sono stati assolti dal collegio penale del Tribunale di Modica(Antongiulio Maggiore, Francesco Chiavegatti e Vincenza Rada Scifo) dall’accusa di avere distratto beni dal patrimonio dell’azienda di Via Sacro Cuore, di cui erano, appunto, soci, poi fallita, e per aver vantato crediti inesistenti per circa ducentoventiquattromila euro. Il pubblico ministero, Gaetano Scollo, era andato pensante con le richieste. La pubblica accusa aveva infatti chiesto la condanna a complessivi undici anni di carcere. Nel dettaglio, il piemme aveva invocato la condanna a quatto anni e sei mesi per Catania, a tre anni e sei mesi per Occhini e a tre anni per Macrì. I giudici hanno invece assolto gli imputati accogliendo la tesi difensiva, secondo cui i tre imprenditori avevano investito un capitale di settecentomila euro per salvare l’azienda dal fallimento, rimettendoci di tasca loro.
Modica, il fallimento della “Sofin”. Assolti i proprietari dall’accusa di bancarotta fraudolenta
- Maggio 10, 2013
- 12:30 pm
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