Avrebbero fatto sequestrare a fini estorsivi un imprenditore di Modica. Revoca la misura afflittiva a due coniugi di Città di Castello

antonio-borrometiIl Collegio Penale del Tribunale di Modica ha sciolto la riserva sulla richiesta presentata dalla difesa riguardo all’obbligo di dimora per i coniugi Sandro Pauselli e Alida Cecconi, di 49 e 45 anni, di Città di Castello, difesi dall’avvocato Antonio Borrometi, ritenuti i presunti mandanti della spedizione punitiva nei confronti di un imprenditore edile modicano. Questo, Giuseppe Sammito, in apertura di udienza si è costituito parte civile insieme al suo collaboratore Johondy Sanchez, attraverso l’avvocato Enzo Galazzo. I due furono sequestrati lo scorso mese di maggio da un commando di tre gelesi, e picchiati. Angelo Faldelli, Vincenzo Cannizzo e Nunzio Alabiso, di 47, 35 e 34 anni, gli esecutori materiali hanno scelto il giudizio abbreviato condizionato, dunque il procedimento è stato stralciato per essere trattato dal Gup. Giudizio immediato, invece, per i due coniugi. L’accusa per tutti è di sequestro di persona, tentata estorsione e lesioni personali in concorso. Secondo il pubblico ministero, Gaetano Scollo, i Pauselli, avrebbero venduto un macchinario all’imprenditore modicano, che, però, non aveva funzionato tant’è che quest’ultimo non aveva provveduto a pagare. Un debito non onorato di quasi novemila euro, dunque, avrebbe fatto scattare l’azione delittuosa. L’imprenditore fu attirato dai tre gelesi che avevano chiesto un incontro con la scusa di una trattativa per un lavoro edile. L’incontro si ebbe nei pressi del piazzale di un bar del Polo Commerciale di Modica e da qui, insieme a un suo collaboratore, il modicano fu costretto a salire a bordo di un’ auto e portato in una stradina secondaria di Contrada Pirato dove furono picchiati. Uno dei gelesi, addirittura, secondo la polizia, avrebbe contattato telefonicamente i Pauselli per comunicare che “il servizio era stato reso”. Il processo proseguirà il prossimo 10 luglio.

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