“La nostra crisi di oggi e’ che non interessa se la gente muore di fame, se non ha niente. Ci si preoccupa delle banche o della finanza…”. Lo ha detto Papa Francesco rispondendo a una delle quattro domande che gli sono state poste – in una sorta di question time – in piazza San Pietro in occasione della veglia di Pentecoste che ha visto la presenza di 200mila persone appartenenti ai movimenti,alle comunità, alle aggregazioni laicali e alle associazioni. Il Pontefice ha denunciato che “viviamo una cultura dello scontro, della frammentazione”. Ha denunciato la “cultura dello scarto” e ha parlato in difesa degli anziani e dei bambini. Ha invitato a fare l’incontro con tutti “senza negoziare la nostra appartenenza. Ed e’ importante con i poveri”. Papa Francesco ha sottolineato che “se usciamo da noi stessi troviamo la povertà'”.
La crisi di un popolo è visibile quando ogni giorno si assiste a suicidi dovuti a crisi finanziarie, pensiamo al caso di Vittoria, dove un uomo disoccupato per 10.000 euro di debiti si è vista pignorare la casa, quando si assiste a femminicidi, a casi di soppressione di figli, proprio, quasi sicuramente, per motivi finanziari, quando ogni giorno aumentano le file alla Caritas di nuovi poveri, di cassa integrati, di gente che non ce la fa più a sbarcare il lunario.
Crisi e degrado sociale vanno di pari passo, e il monito di Papa Francesco arriva a proposito. La difesa degli anziani e dei bambini, i più deboli della società, arriva alle nostre coscienze di cittadini che vedono dipinte nella realtà i soprusi, e il continuo far riferimento agli interessi delle banche e della finanza.
Ponendoci dalla parte più debole della società, quelle parole ci coinvolgono , condividendole in pieno.
Ci raccapriccia, inoltre, in questa situazione, che ci sono ancora persone e anche partiti in fieri, che condividono un’Italia, protesa verso il Centro Nord dell’Europa. Noi apparteniamo culturalmente, per civiltà che ci hanno contraddistinto, al Mediterraneo e all’Europa del Sud, forse più povera, con più problemi, ma portatrice di una grande storia culturale.
Il riferimento all’Europa del Sud riteniamo sia fondamentale in un momento in cui l’Italia protende verso il centro Nord europeo, per esigenze economiche, ma non di popolo.
Ribadiamo , ancora una volta, la differenza tra l’Europa dei popoli, delle emigrazioni ed immigrazioni, con quella dell’economia, della finanza.
La partita si gioca tra coscienza di una situazione di povertà e ricchezza spropositata. Ma ricchi e poveri fanno parte di questa società. L’ottica è fondamentale.
PAPA FRANCESCO E LA POVERTA’. L’Italia appartiene al Sud dell’Europa
- Maggio 19, 2013
- 11:38 am
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