Lorefice (M5S) sulla questione delle cure mediante Cellule Staminali

marialucia loreficeDa diverse settimane, alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle sono dediti a studiare in ogni suo aspetto il “decreto Balduzzi”, in tema di sanità pubblica. Parallela a tale riforma, vi è la delicata questione delle cure mediante cellule staminali, il cosiddetto “Metodo Stamina”. Marialucia Lorefice, eletta alla Camera dei Deputati col Movimento 5 Stelle, ha così commentato:
“Abbiamo afrontato le questioni innanzitutto prendendo informazioni, come si deve sempre fare quando si esamina un tema così delicato e tecnico – spiega l’esponente del M5S. – Abbiamo avuto modo di ascoltare il parere di scienziati, dell’AIFA, di Vannoni e Andolina per la Stamina Foundation e della associazioni composte da familiari di pazienti. Secondo i rappresentanti dell’AIFA e dell’ ISS (Istituto Superiore di Sanità), il trattamento delle cellule mesenchimali da parte di Stamina non sarebbe conforme alla normativa vigente. Inoltre mancherebbe la trasparenza: nessuno conosce il metodo, all’infuori dei biologi di Stamina. Non si possiede, a quanto pare, una dettagliata documentazione delle varie fasi del trattamento delle suddette cellule, non sarebbe rispettato il protocollo e non esisterebbe nemmeno il brevetto, fondamentali per permettere la riproduzione del metodo Stamina in qualsiasi parte del mondo. D’altro canto, Vannoni ha espresso chiaramente i suoi punti di vista: ha detto che le cellule sono materiale vivo e in laboratorio se trattate come molecole sono inutili. Variare il decreto, considerando e trattando la manipolazione cellulare staminale come un farmaco, sposterebbe l’applicazione di 10 anni”.
“Queste audizioni – prosegue Marialucia Lorefce – ci hanno permesso di fare il punto della situazione, una situazione sicuramente molto delicata, avendo come oggetto la salute dei cittadini. Lo studio sul decreto, per quanto riguarda il M5S, era già iniziato 3 settimane prima, proprio per permetterci di incontrare scienziati, biologi, la stessa Stamina, alcune famiglie che hanno fatto ricorso al metodo Vannoni. Volevamo avere un quadro della situazione quanto più completo e chiaro possibile, per questo ci siamo confrontati con esperti pro e contro, e sempre nell’assoluta libertà e trasparenza che ci ha contraddistinti, senza preconcetto alcuno, animati dalla voglia di tutelare esclusivamente la salute delle persone”.
“Oggi, con grande soddisfazione, siamo riusciti ad emendare il decreto quasi all’unanimità, senza divisioni partitiche, con il solo obiettivo di tutelare la salute dei pazienti in cura – dichiara la cittadina del M5S. – Gli emendamenti dei commissari andavano nella stessa direzione tanto che è stato possibile presentarne uno unico frutto della sintesi operata dal presidente-relatore. Si è consentito di mettere in atto una sperimentazione clinica, condotta anche in deroga alla normativa vigente, e da completarsi entro 18 mesi a decorrere dal primo Luglio 2013, a condizione che i predetti medicinali, per quanto attiene alla sicurezza del paziente, siano preparati in conformità alle linee guida di cui all’articolo 5 del regolamento (CE) n. 1394/2007. Verranno stanziati 3 milioni di euro e istituito un osservatorio per il monitoraggio”.
“Abbiamo ritenuto fosse giusto incontrare i cittadini che erano venuti a manifestare davanti a Montecitorio, per spiegare loro le decisioni prese e confrontarci”. Lunedì 20 maggio la Camera dei Deputati ha approvato quasi all’unanimità le modifche proposte dalla commissione, ora lo studio passa al Senato.

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