QUANTE ALTRE TORCE UMANE SARANNO NECESSARIE PER PENSARE A CONDOTTE ETICHE DA PARTE DELLA POLITICA E DELLE BANCHE? La riflessione di Ballarò

ballaròMartedì 14 maggio 2013 l’ennesimo caso di disperazione che molto superficialmente s’inquadra tra gli effetti nefasti della crisi globale che da quasi sette anni toglie alle persone prima il lavoro, poi i mezzi di sostentamento ed infine, per chi non è disposto a rinunciare alla propria dignità di uomo, viene posto nella condizione di togliersi la vita.
Il caso di Giovanni Guarascio, il sessantenne vittoriese che si è dato fuoco per la disperazione di aver visto andare in fumo tutti i sacrifici della sua vita, la perdita della propria casa, non può considerarsi solo l’effetto della crisi che ha colpito il mondo ma delle drammatiche concezioni del mondo bancario e dell’atteggiamento criminale di alcuni colletti bianchi che con grande spregio della vita dei loro simili, continuano a progettare la propria ricchezza senza fermarsi di fronte alla disperazione delle loro vittime. Conoscevo da tanto tempo il signor Guarascio, uomo onesto e laborioso, giudizio che a Vittoria, credo possano confermare tutti, eppure, la sua onestà, l’essere un lavoratore ed un ottimo padre di famiglia non è servito, in questa società che guarda al profitto ed all’arricchimento a tutti i costi, a salvarlo da una morte che non esito a definire di sistema.
Si sa da sempre che le banche sono delle imprese commerciali che trattano in denaro, ma considerato che hanno dei bilanci con attivi che se non si è preparati in matematica si fa fatica a pronunciare, è lecito rinunciare a delle norme che prevedano casi d’intervento a favore di certi clienti laddove i requisiti di correttezza ed onestà li richiedano ? Credo che anche i peggiori usurai debbano avere un cuore. Nel caso del signor Guarascio, non il preposto dell’agenzia, che ormai ha, come in tutti gli istituti di credito, poteri di autonomia molto limitati,ma i livelli superiori avrebbero dovuto far si che si evitasse di mettere una famiglia perbene sulla strada.Ma in Italia, nulla si fa per dovere etico, quindi si rende necessaria una legge che imponga in alcuni casi l’intervento della banca per evitare disastri familiari.
Che dire di quei politici ai quali si è rivolta la famiglia Guarascio per sollecitare una soluzione al proprio dramma per sentirsi rispondere che di questi problemi ne accadono tutti i giorni? Vergognarsi, ritenersi moralmente responsabili d’un suicidio, rendersi conto della propria incapacità a rivestire un ruolo che di per se dovrebbe essere di elaborazione per il bene comune ? Tutto è troppo poco, questa gente dovrebbe essere perseguita penalmente e condannata per manifesta incapacità ad esercitare un ruolo pubblico oltre che per istigazione al suicidio. Chi non ha un cuore, non può fare il politico, così come non può fare il dirigente di banca.

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