Sequestro del depuratore a Santa Maria del Focallo(Ispica). Ci sarebbero tre indagati

sigilli depuratoreTre persone indagate e sigilli al depuratore comunale di Santa Maria del Focallo. Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sull’inquinamento delle acque della Procura della Repubblica di Modica, eseguita da carabinieri e guardia costiera. Ci sarebbero, infatti, tre persone iscritte nel registro degli indagati riguardo la regolarità delle autorizzazioni rilasciate per l’impianto di depurazione. Sarebbero titolari della struttura turistica “Marispica” e dipendenti comunali di Ispica nei confronti dei quali, a secondo dei ruoli rivestiti, sarebbe ipotizzato il reato di abuso d’ufficio e possesso di autorizzazioni non corrispondenti ai reali requisiti. La posizione di uno degli indagati sarebbe comunque marginale rispetto a quella degli altri due, e le responsabilità sarebbero limitate ad un omesso controllo. A questo punto, facendo una conta in tutta la maxi operazione anti-inquinamento, il numero delle persone iscritte nel registro degli indagati, sale da sedici a diciannove. Chiaramente parliamo dell’inchiesta partita nel mese di novembre del 2011 quando fu sequestrato, sempre a Santa Maria del Focallo, il ristorante “La Tegola” della pozzallese C.C.(pochi giorni fa è stata dichiarata chiusa l’indagine)e proseguita il 19 gennaio con il sequestro dei villaggi turistici “Baia Samuele” e “Marsa Siclà” e di un’impresa di servizi ecologici nei confronti della quale il Tribunale del Riesame annullò l’ordinanza cautelare. Si è andati avanti, poi, con il sequestro di parte della condotta fognaria di Pozzallo, fino ai sequestri al Villaggio Marispica. Nei prossimi giorni potrebbero aggiungersi altri indagati per quanto riguarda gli ultimi sequestri effettuati, quello, appunto, del residence di Santa Maria del Focallo e del depuratore comunale che, comunque, continua a funzionare regolarmente, seppure sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine. Le responsabilità, in questo caso, vertono sul rilascio di autorizzazioni da parte del Comune senza appurare se la struttura turistica fosse dotata di un impianto autonomo di depurazione che tratta le acque degli scarichi, come previsto per legge, prima di convogliarle nel depuratore comunale.

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