Ragusa. L’allarme di Cna Costruzioni: “Non possiamo continuare a rincorrere sempre le stesse problematiche.Servono decisioni forti in grado di modificare in modo strutturale i comparti utili al rilancio”

Vittorio SchininàIl prossimo 30 giugno scadono le agevolazioni fiscali relative alla riqualificazione energetica degli edifici e alle ristrutturazioni edilizie, nelle misure, rispettivamente, del 55% e del 50%. E’ stato chiesto al Governo nazionale di intervenire per garantire la proroga delle suddette agevolazioni, nella misura attualmente esistente, almeno fino al 31 dicembre 2015. E di includere nel suo ambito di applicazione pure gli interventi di demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche non fedele (sostituzione edilizia), estendendo la detrazione d’imposta alle spese per l’acquisto di mobili destinati all’arredo delle unità abitative oggetto di ristrutturazione.
Ma si tratterebbe solo di pannicelli caldi che non sarebbero utili a risolvere alla base i grossi problemi che investono da vicino i settori su cui bisogna puntare per il rilancio, a cominciare da quello dell’edilizia. E’ quanto afferma il responsabile provinciale di Cna Costruzioni, Vittorio Schininà, secondo cui il comparto, così come l’intero sistema economico, ha bisogno anche di altro, di azioni che abbiano ricadute molto efficaci. “E lo diciamo per la provincia di Ragusa – afferma Schininà – così come per il resto delle altre regioni d’Italia. Il Governo abbia il coraggio di assumere decisioni pesanti, anche impopolari se necessario, ma che garantiscano un minimo di prospettiva. Che senso ha intervenire per spostare il problema in avanti, magari trovando i miliardi che servirebbero per colmare il mancato aumento dell’Iva, quando poi la questione si ripresenterebbe, in tutta la sua interezza, tra qualche tempo? Rendere alcuni incentivi strutturali. Deve essere questa la parola d’ordine se si vuole, finalmente, superare questa difficile fase. Se non si libera da lacci e lacciuoli l’edilizia privata, possiamo mai pensare di fare ripartire quella pubblica? Tutto questo accade quando non riusciamo a mettere a confronto domanda e offerta, utenza finale e azienda. Insomma, entriamo dentro un tunnel da cui non si esce mai. Tutti ci riempiamo la bocca quando affermiamo che occorre abbassare il costo del lavoro, diminuire il cuneo fiscale: ma quando accadrà tutto ciò? E’ indispensabile una prospettiva forte e differente. Questo non vuol dire non parlare di pagamenti alle imprese da parte della Pubblica amministrazione, non vuol dire non parlare di Iva e di Imu. Ma il messaggio che dobbiamo fare passare è un altro. Non possiamo accontentarci di dire che servono ancora risorse economiche per gli ammortizzatori sociali perché, prima o poi, l’Unione Europea, chiuderà i rubinetti. Dobbiamo modificare, completamente, anche il nostro modo di intervenire su certe questioni. Altrimenti sarà sempre un rincorrere le stesse problematiche”.

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