Scicli, sparò contro la casa di un vicino. Patteggia la pena

tribunale_202Ha patteggiato venti giorni di arresto e duecento euro di ammenda lo sciclitano Salvatore F., denunciato dai carabinieri per l’illecito possesso di armi da fuoco. Il processo davanti Got del Tribunale di Modica, Francesca Aprile. L’uomo aveva esploso, di notte, nel mese di gennaio dello scorso anno, alcuni colpi d’arma da fuoco. I carabinieri gli avevano sequestrato una pistola e dei fucili. Aveva, infatti, sparato contro il portone dei propri dirimpettai. Sembravano scoppi di pedardi e invece erano colpi di fucile: quattro in tutto. L’imputato è un operaio edile, difeso dall’avvocato Emanuele Guerrieri, che poco dopo la mezzanotte aveva imbracciato un fucile automatico calibro 12, regolarmente detenuto, e dal terrazzino di casa sua aveva cominciato a sparare. I carabinieri erano andati a casa del cinquantenne dove avevano trovato più di un’arma e parecchie munizioni. Era notte fonda quando al quartiere “Stazione”, poco distante della chiesa Madonna di Fatima, si erano uditi degli spari. Nessuno si era preoccupato. La scoperta l’aveva fatta la mattina seguente la vittima, un operaio edile di 37 anni, S.A., che abita in una casa a due piani, il quale si era accorto che la persiana del vano servizi era danneggiata, la grondaia crivellata dai pallini, la parete esterna dell’immobile mostrava chiari segnali di colpi da arma da fuoco così anche l’impianto fotovoltaico che si trova sul tetto della casa(aveva poi rimesso la querela perchè risarcito per 3600 euro). Fori di pallettoni lo stesso operaio li aveva notati sull’auto di sua proprietà, una Peugeot 206, che era parcheggiata sotto casa e sulla parete esterna dell’abitazione limitrofa con danni alla grondaia ed alla parete poco distante dal balcone. I carabinieri della locale Tenenza da un primo studio della traiettoria avevano dedotto che a sparare non poteva che essere stato il dirimpettaio. Sono andati nella casa dell’imputato che, però, non aveva aperto. I carabinieri, allora, serano stati costretti a forzare un vetro dell’infisso. Una volta all’interno, nel corso di una perquisizione, avevano trovato un fucile automatico calibro 12 corredato anche da una canna di ricambio, una pistola 7,65 e munizioni (in tutto 123 cartucce per il fucile calibro 12 ed 8 proiettili per la pistola 7,65) ed una carabina ad aria compressa. Arma, quest’ultima, che, però, doveva trovarsi nell’abitazione di campagna dell’operaio edile (titolare di licenza di porto fucile), s ma che, invece, era nella casa di città.

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