Lesioni gravi. Scicli, processo a tre medici dell’Ospedale Busacca

BusaccaLesioni colpose gravi. Questo il reato contestato ai medici Salvatore D., Salvatore C. e Guglielmo C., a seguito della vicenda denunciata dallo sciclitano Tommaso Carbone, 78 anni, la cui vicenda è giunta all’attenzione del Tribunale di Modica. Il 17 novembre 2009, poco dopo le due della notte, l’uomo si presenta al Pronto Soccorso dell’Ospedale Busacca, lamentando un forte dolore alla gamba. Ci rimase pochi minuti, il tempo necessario per somministrargli una puntura di Bentalan. In buona sostanza arrivò alle 2,17, andò via due minuti più tardi. E’ stato proprio l’anziano a raccontare i fatti durante il processo nel quale si è costituito parte civile con l’avvocato Rinaldo Occhipinti, e mostrando le conseguenze di quella notte: gli fu successivamente amputata la gamba sinistra.
Secondo l’accusa, Carbone era andato presso il nosocomio sciclitano a causa di insopportabili dolori al piede sinistro. Disse ai medici di non sentire più stimoli anzi di sentire l’arto freddissimo. Il medico Salvatore D., difeso dall’avvocato. Enrico Platania, gli praticò la puntura intramuscolare e lo dimise, assicurandogli che il dolore sarebbe venuto meno. Le cose non andarono così. L’uomo, il giorno successivo, si rivolse al primario di Medicina Generale, Guglielmo C., difeso dall’avvocato Cesare Borrometi. Questi si trovava in quel momento all’Ospedale Maggiore di Modica per cui lo indirizzò dall’angiologo, Salvatore C., difeso dall’avvocato Enzo Galazzo. L’uomo fu sottoposto ad ecocolordoppler venoso agli arti inferiori, ma non arterioso(la struttura non disponeva dell’impianto). Il medico di famiglia dell’anziano, successivamente, gli prescrisse una visita specialistica presso una struttura privata dove fu sottoposto ad ecografia muscolare alla coscia sinistra che evidenziò un aneurisma. Insomma, Carbone dovette, in fretta e furia, ricorrere al centro di chirurgia vascolare dell’Ospedale Guzzardi di Vittoria dove fu evidenziata la necrosi della gamba, che gli fu amputata. Secondo la parte civile un intervento nell’immediatezza dei fatti avrebbe escluso l’amputazione dell’arto. Anche la figlia del pensionato, giunto in tribunale in carrozzella, ha confermato i fatti. Il giudice ha acquisito il verbale di interrogatorio della moglie di Carbone che è oramai deceduta. Nel processo, su richiesta dell’avvocato Occhipinti, sono stati chiamati quali responsabili civili l’Asp Ragusa e la compagnia assicurativa dei medici. Il prossimo primo ottobre, sarà escusso il consulente tecnico del pubblico ministero.

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