Modica, il Grest3P a metà percorso La bellezza dell’incontro che ti fa crescere

grest 3pIl Grest3P, promosso dalla comunità di parrocchie S. Maria – Santa Margherita – Madonna della Catena – San Paolo e San Pietro – è a metà del suo percorso … con novanta bambini e settanta animatori tra giovani e adulti … Ogni pomeriggio è un via vai di gente al cantiere educativo Crisci ranni, ogni pomeriggio l’inno, la preghiera con i preti della comunità delle parrocchie, i giochi, i laboratori … in cui ci si industria con la cucina o si dipinge una grande composizione murale che ha al centro don Pino Puglisi circondato da ragazzi e che servirà alla fine per la foto finale … quasi a dire che ci si è inseriti in una storia più grande, una storia che dà alla vita il senso del dono. E a metà di questo percorso gli animatori si sono fermati per mezza giornata di verifica che è iniziata con il racconto di don Corrado Lorefice su don Pino Puglisi, da lui conosciuto personalmente. Uno, don Pino, che in soli tre anni in cui è stato parroco di Brancaccio ha lasciato una traccia profonda a Brancaccio e che dopo vent’anni resta vivo. Uno che ha capito bene come i giovani ricercano un senso – ha sottolineato don Corrado, citando il nuovo beato che così parlava delle nuove generazioni: «Siamo in un tempo felice, perché esiste una stragrande maggioranza di giovani che si interroga sul senso della vita … Buona parte dei giovani si è staccata dalle antiche sicurezze e, facendo salti mortali, tende le braccia in avanti in cerca di chi li accolga … Il nostro tempo è anche impegnativo: perché la comunità ecclesiale, la scuole, le famiglie hanno i loro ritmi e i loro problemi da risolvere, c’è il grosso rischio che i giovani non trovino le mani pronte ad afferrarli e ad accoglierli. Non c’è più tempo da perdere, c’è il pericolo che i giovani si sfracellino. Non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati». Ebbene al Grest3p i ragazzi e i giovani hanno trovato le braccia tese, hanno trovato – secondo le loro testimonianze – un’occasione di crescita e di bellezza. Il che ripropone un impegno più ampio per tutti i giovani che famiglie, scuole e parrocchie dovranno comprendere come urgente; un impegno perché nessuno si perda; perché ognuno si “ritrovi” scoprendo di essere voluto bene e cogliendo il proprio talento, mettendosi quindi in gioco nella città e per la città. Ed ecco l’altro aspetto che nel Grest3P, e ancor prima durante l’anno con il volontariato al cantiere educativo è emerso: mettendosi in gioco si cresce, si diventa forti e veri. Ancora don Puglisi aiuta a comprendere bene il senso e l’orizzonte di una crescita concreta e delle iniziative educative che si cerca di realizzare con passione e gratuità: «Si riparte ogni volta. Dobbiamo avere umiltà, coscienza di avere accolto l’invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio. Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno. Un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani. Lo facciamo per poter dire: dato che non c’è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto…».

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