Pozzallo, presunto scafista prosciolto “per difetto della giurisdizione italiana”.

avv. pellegrinoPer processare il presunto scafista era necessaria l’autorizzazione del Ministero della Giustizia, mai richiesta. Questo e’ stato l’asso nella manica tirato fuori dall’avvocato Giuseppe Pellegrino, difensore di Omir Aelshire, sedicente palestinese di 28 anni, ritenuto uno dei tre scafisti dello sbarco avvenuto a Pozzallo nel mese di ottobre del 2004. Il legale, nel corso della sua arringa, ha sollevato, infatti, un’eccezione rilevando che quando le imbarcazioni militari raggiunsero la “carretta” che trasportava ventiquattro clandestini, si era in acque internazionali per cui per procedere penalmente era necessario e d’obbligo il nulla osta ministeriale. Il pubblico ministero, Alessia La Placa, aveva chiesto una condanna a cinque anni di reclusione e 360 Mila euro di multa. Il Collegio Penale del Tribunale di Modica(Maggiore, Rada Scifo, Bellingeri)ha ritenuto sussistente la contestazione di Pellegrino ed ha emesso sentenza di proscioglimento “per difetto della giurisdizione italiana”. Il giovane extracomunitario, sedicente nativo di Ghaza, era accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in quanto ritenuto uno dei tre scafisti, poi arrestati e successivamente scarcerati(Aelshire adesso e’ irreperibile). Quel giorno erano approdati sulla costa pozzallese, undici sudanesi, dieci palestinesi, due etiopi e un iracheno. Nella fase del dibattimento un teste, che viaggiava nell’ imbarcazione partita dalla Libia partita dalla Libia, aveva sottolineato: “In mare ci eravamo anche persi. Per fortuna e’ transitata una nave che ci ha raccolti”. L’imputato era stato rinviato a giudizio dal Gup il 12 maggio 2011.

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