Una novità e che novità!! La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaPermettetemi di meravigliarmi, e ne sono certo lo farete anche voi, dopo che verrete a conoscenza dell’ultima trovata ideata da un chirurgo plastico americano. Mi riferisco all’ultima novità in fatto di diete ‘al limite’: è un’idea di Nikolas Chugay, chirurgo plastico californiano che promette di far dimagrire usando un cerotto da applicare sulla lingua. Rimanda un po’ allo smalto amaro o al peperoncino che le nonne mettevano sulle unghie dei bambini che avevano la brutta abitudine di mangiarsi le unghie. Questo medico dichiara di aver impiantato un cerotto in polietilene all’interno della lingua di 35 pazienti che sarebbero riusciti a perdere, in media, dieci chili a testa.
Questo cerotto è fatto di polietilene, che trasforma il momento del pasto in un vero supplizio. Questo materiale, infatti, provoca un’insopportabile sensazione di dolore quando si prova a buttar giù un boccone. Risultato: si perdono circa 750 calorie ogni giorno per la semplice ragione che non si riesce a mangiare.
Il cerotto fa sì che mangiare qualcosa di solido diventi una sfida impossibile e questo spingerebbe i pazienti a preferire minestre e cibi in forma più liquida. Il chirurgo californiano precisa che, accanto all’impianto del cerotto, il trattamento dimagrante prevede anche sedute con lo psicologo e un programma di allenamento fisico. Costo dell’intero programma, circa tremila dollari.
Un costo, che io ritengo proibitivo per la maggior parte delle persone, e che mi suscita tanta ilarità e nello stesso tempo mi pare che sia quantomeno bizzarro spendere questa cifra per trasformare consapevolmente il momento del pranzo in una tortura. E in effetti non può non essere aspramente criticabile questo tipo di approccio che in realtà costringe il paziente a mangiare in modo diverso, mentre una dieta sana e costruttiva passa innanzitutto attraverso una rieducazione alimentare che alla fine porta il paziente ad imparare a mangiare in modo più consapevole ed equilibrato.
Ma, come sempre, non possiamo meravigliarci più di tanto, se nel ventunesimo secolo arrivano proposte che potrebbero sembrare frutto del progresso, ma che io li reputo “ americanate”.

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