Modica, per la seconda volta in sei mesi, ha sfiorato il baratro del dissesto finanziario, sbarazzandosi del fantasma, soltanto al suono dei rintocchi della mezzanotte di domenica 14 luglio (data di scadenza per l’approvazione della libera di rimodulazione del Piano di riequilibrio, in modo da adeguarlo al prestito di 40 milioni concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti). L’approvazione è stata tutt’altro che facile e scontata ed ha rappresentato il primo vero banco di prova per la Giunta del neosindaco Ignazio Abbate. La maggioranza ha fatto quadrato attorno al sindaco ed all’assessore al Bilancio, Enzo Giannone, che si è letteralmente “sbattuto” per cercare di far quadrare i conti del Piano ed ottenere il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti, prima non favorevole, poi favorevole ma condizionato e, soltanto alle 23.54, definitivamente favorevole. Sostanzialmente la Giunta Abbate ha riconfermato le misure che aveva adottato il precedente Governo cittadino, presieduto da Antonello Buscema. Non sono mancati momenti di tensione in Aula e fuori. In primo luogo si fa sempre più alto (ed aspro) il tono dello scontro fra il consigliere di Sel, Vito D’Antona (che uscirà dal gruppo consiliare della lista nella quale ha ottenuto l’elezione, per formare, appunto, il gruppo che fa capo a Nichi Vendola) ed il primo cittadino Ignazio Abbate. I due non se le mandano certamente a dire: la diatriba verbale, iniziata da D’Antona qualche giorno fa con “l’allarme sul dissesto del Comune”, è stata raccolta a piene mani da Abbate che ebbe a definire, con una battuta, il consigliere di SeL, come “il vero problema dell’Ente modicano”. Nella seduta di sabato, fu proprio D’Antona, insieme al collega di opposizione del PdL Giovanni Scucces, a volere la convocazione del Consiglio entro domenica alle 24, temendo che il termine perentorio di giorno 14, non si potesse posticipare al giorno successivo (essendo giorno 14, appunto, domenica), come invece avevano a sostenere il Segretario Comunale, dott. Bella, ed il capogruppo consiliare (oltre che avvocato), Andrea Caruso. “Con questo rinvio del consiglio comunale, rischiamo di andare incontro al disseto dell’Ente. Tutto ciò è vergognoso ed inaccettabile per chi dice di avere a cuore il comune; noi ci opponiamo fermamente”. Furono le parole di D’Antona ed a stretto giro di posta, replicò sindaco Abbate: “Non comprendo ad oggi perché quell’atto non fu deliberato dal precedente consiglio comunale, di cui peraltro faceva parte anche il consigliere Vito D’Antona, che poteva spingere di più e meglio, in questa direzione. Quest’amministrazione insediatesi il due luglio scorso, ha ereditato una questione enorme e delicata che sta affrontando con grande senso di responsabilità, pur in presenza di una necessaria revisione della pianta organica in fase di rodaggio”. La conclusione fu mirata ad un richiamo alla responsabilità dei precedenti amministratori. “Noi non possiamo caricarci responsabilità – conclude Abbate -, che sino a poche settimane fa non avevamo”. Tutto ciò fino a ieri, quando, come abbiamo già detto, la Giunta Abbate e la maggioranza (col voto anche di alcuni consiglieri dell’opposizione che, responsabilmente, è stata in Aula e prima ancora, aveva accettato di autoconvocarsi di domenica), sono riusciti ad evitare a Modica il dissesto. Due considerazioni vanno fatte: la prima è certamente al coraggio dell’amministrazione appena insediatasi di rivoluzionare l’Ente, rimuovendo tutti i Dirigenti. Il risparmio in termini economici è indubbio, e non fa assolutamente “male”, in tempi di austerity. La scelta coraggiosa, è la prima in tal senso in Sicilia e fra le primissime in Italia. Sarà il tempo, come sempre, a premiare il coraggio di Abbate e della sua “rivoluzione”, oppure – come affermano fieramente gli oppositori (oltre a qualche ex Dirigente) – a decretarne “la totale incoscienza”. La seconda valutazione va fatta sullo scontro, del quale abbiamo relazionato, fra Abbate e D’Antona. Due modi antitetici di vedere ed interpretare la politica, due visioni amministrative che non si “sposeranno” mai. Chi dei due, alla fine, avrà ragione. Nella parte conclusiva del suo discorso, ieri notte, il primo cittadino ha affermato: “I Modicani mi hanno votato per la discontinuità, anche di chi è da decenni in questa Aula”. Il chiaro riferimento è a D’Antona che, da par suo, cerca di “giocare” la carta della sentinella attenta e, magari, di leader dell’opposizione. Chi dei due avrà ragione? E soprattutto, non è che entrambi si stiano facendo “pubblicità gratuita”, reciprocamente?!
L’introspezione..di Paolo Borrometi
- Luglio 16, 2013
- 12:48 am
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