Giovane veneziana morì per overdose a Frigintini(Modica). Archiviata la posizione del compagno

Irene carletti La Procura della Repubblica di Ragusa ha archiviato l’inchiesta nei confronti di uno dei tre indagati per la morte, per presunta overdose da eroina, di Irene Carletti, la donna di 31 anni deceduta a Frigintini nel mese di febbraio del 2012. Ritenuto senza responsabilità dalla magistratura indagante il modicano A.L.M., difeso dall’avvocato Salvatore Campanella, convivente della vittima. Una vicenda triste che aveva portato in carcere il mese successivo alla tragedia il tunisino Jamel Harchani, di 28 anni. L’arresto era stato eseguito dagli agenti del Commissariato di Modica, al termine di una complessa indagine finalizzata alla ricerca dell’autore che il 16 febbraio del 2012 aveva ceduto una dose di eroina, in seguito risultata fatale, alla giovane. Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Modica, Gaetano Scollo, aveva, poi, dato incarico a Nunziata Barbera del Laboratorio di tossicologia dell’Università di Catania per accertare la presenza di eventuale droga nei reperti derivanti dall’esame autoptico eseguito dal medico legale, Giorgio Spadaro, e stabilire se ci fu un nesso di casualità col decesso. Il Ctu era stato incaricato di accertare pure sugli esami istologici e sul materiale sequestrato nell’abitazione di Via Gianforma, la presenza di sostanze stupefacenti, la loro compatibilità con le sostanze assunte dalla vittima e i principi attivi. A.L.M. era stato accusato di spaccio di sostanze stupefacenti e omicidio. I fascicoli, successivamente, passarono alla Procura di Ragusa. La famiglia di Irene Carletti aveva indicato quali legali di fiducia gli avvocati Luigi Martellato del Foro di Venezia e Salvo Maltese del Foro di Modica. Nella vicenda era stato indagato anche il medico che si trovava a bordo dell’ambulanza del 118 intervenuta a Frigintini, per prestare soccorso alla donna perché avrebbe omesso di comunicare nell’immediatezza l’accertato decesso all’autorità giudiziaria mentre pende sempre il procedimento a carico del tunisino per violazione della legge sugli stupefacenti. La Carletti, veneziana di Fiesso d’Artico, l’ estate precedente aveva lasciato la sua città e da dicembre era andata a vivere nella frazione agricola modicana con il suo compagno e coetaneo. Figlia di un imprenditore calzaturiero, la giovane si sarebbe iniettata l’eroina la sera prima della morte insieme al compagno mentre erano a letto. La mattina non si era svegliata, probabilmente, perché la dose le era stata fatale

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