Tumore al colon retto: i programmi di screening permettono una diagnosi precoce. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaCari lettori, certamente tra di voi ci saranno quelli che hanno ricevuto l’invito da parte della nostra azienda sanitaria a ritirare presso gli uffici di igiene e profilassi i kit per eseguire la ricerca del sangue occulto nelle feci. Tale esame fa parte del programma di screening che permette di poter fare una diagnosi precoce per una eventuale patologia neoplastica dell’apparato intestinale. Uno dei tumori a maggiore insorgenza infatti è quello che interessa il colon-retto. Questo tipo di tumore rappresenta per gli uomini il terzo tipo di cancro più diffuso dopo quelli alla prostata e al polmone, mentre tra le donne si colloca al secondo posto subito dopo il tumore al seno.

Resta un nemico da combattere con la diagnosi precoce, essenziale perché il cancro al colon retto spesso è asintomatico nello stadio iniziale e comincia a manifestarsi con i primi disturbi quando si è già ampiamente diffuso. Per questa ragione i programmi di screening (il 50% della popolazione in target viene regolarmente invitata a partecipare ai test), hanno infatti consentito di far aumentare il numero di diagnosi precoci.
Lo scorso anno, in tutta Italia,quasi 2 milioni di persone si sono sottoposte all’esame del sangue occulto nelle feci per diagnosticare un’eventuale neoplasia. Tale attenzione ha permesso di individuare, 2800 tumori e 15mila adenomi avanzati.
Un eccessivo consumo di carne rossa e di insaccati, l’obesità, l’abuso di alcol, il fumo, la ridotta attività fisica e i precedenti familiari sono tra i principali elementi che possono favorire l’insorgenza del tumore al colon retto.

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