Quando si maneggia la canzone napoletana c’è sempre una suggestione da offrire. Sia se si va sull’interpretazione classica, è ovvio, sia in quelle più innovative come quella del jazz. Una chiave di lettura originale e in qualche modo entusiastica si è avuta ieri sera a Cava Pietra Franco con il gruppo “Napoli in jazz” un quartetto che porta avanti un progetto nuovo del classico napoletano riformulato con i tempi della musica jazz.
Non è mai vero che il jazz alimenta fantasie e uscite dallo spartito di melodie incrollabili ma semmai è vero il contrario.
Personalità forti e autorevoli come Mino Lacirignola alla tromba, Andrea Gargiulo, uomo di riferimento del gruppo, al piano, e la voce di Patty Lomuscio hanno dato prova di questo.
Il repertorio mette radici nella musica popolare napoletana in cui il jazz ritrova vigore e forza ma da anche occasione per rileggere, con gusto e novità, le melodie di “Malafemmina”, “Tu si na cosa grande”, “Tu vuò fa l’americano “, O sole mio”, “ ’O surdato nnammurato”, “A vucchella”, “I’te vurriavasà”.
Insomma un bel pezzo di storia di musica napoletana rivista con i modi del jazz senza deprimenti incollature o perdite di identità.
Il concerto, il terzo di “Modica Jazz Fest”, è piaciuto al pubblico entrato subito in confidenza con la scelta comunicativa del gruppo che ha concesso più di un bis.
Il prologo della serata di ieri la canonica vetrina dei nuovo gruppi emergenti.
Questo di Enrico Zanisi trio lo è sicuramente per bravura tecnica e preparazione musicale. Enrico Zanisi al piano, Francesco Ponticelli al contrabasso e Alessandro Paternesi alla batteria hanno presentato diversi brani dell’album “Life Variations”: un cd di brani di loro composizione.
Modica Jazz Fest, Napoli in jazz. Quando la melodia si fa contaminare senza perdite d’identità
- Agosto 9, 2013
- 3:44 pm
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