Non ci sono dubbi: la Sicilia è una terra accogliente. Lo dimostra quasi quotidianamente con gli sbarchi della speranza che trasportano il proprio carico di migranti. Lungo le coste occidentali sicule se ne vedono e incontrano davvero parecchi. Così capita di conoscerli e poter anche dialogare con loro tra una nuotata e l’altra o tirando due calci al pallone in spiaggia. L’iniziale diffidenza, poco dopo lascia spazio al dialogo e così scopriamo che si tratta di una mezza dozzina di minorenni tra i quindici e i diciassette anni che sono ospitati in una comunità di Pachino. Si tratta di cinque giovani egiziani e un somalo che hanno lasciato le loro terre e le loro famiglie in cerca di un futuro migliore nel nostro Paese. Siamo in Sicilia da circa un anno, e a parte Oesn, egiziano di una piccola cittadina al nord del Cairo, che vorrebbe recarsi all’estero una volta compiuta la maggiore età, tutti gli altri dichiarano di voler piantare radici in Sicilia. “I siciliani ci hanno sempre trattato bene, con rispetto e comprensione -racconta Liben- somalo in precipitosa fuga dalla sua terra martoriata dalla guerra e dal terrorismo. Io, come anche i miei amici egiziani, dopo aver conseguito il diploma di terza media a Pachino, abbiamo trovato lavoro in agricoltura; percepiamo una paghetta che tuttavia ci consente di tirare avanti dignitosamente e poter mantenere i contatti con le nostre famiglie che sono rimaste in patria”.
Sono felici ed emozionati che qualcuno si interessi di loro e delle vicissitudini che hanno accompagnato le loro giovani vite, dall’incognita della traversata fino all’avventuroso approdo tra i marosi a Pozzallo.
Ragazzi rispettosi, molto affiatati tra loro, tutti in possesso di permesso di soggiorno, che nelle loro aspirazioni future desidererebbero mettere sua famiglia e integrasi nella comunità locale come hanno fatto tanti altri loro connazionali costretti a migrare nelle coste siciliane in cerca di un futuro migliore. Con stupore apprendo che tutti parlano un comprensibile italiano, inframmezzato di tanto in tanto, da un altrettanto comprensibile vernacolo locale.
Giannino Ruzza
Pachino, extracomunitari: “Sicilia accogliente”
- Agosto 12, 2013
- 10:39 am
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