Modica, resta in carcere il tunisino che aveva rapporti con una sedicenne

MejriVicenda penale controversa quella che riguarda il tunisino arrestato dalla polizia a seguito di perquisizione domiciliare scaturita dalla denuncia della mamma di una minore che il giovane frequentava. Saddam Mejri, 22 anni, da dieci residente a Modica, e’ comparso per direttissima davanti al giudice monocratico del Tribunale, Antongiulio Maggiore(pubblico ministero Veronica Di Grandi), difeso dall’avvocato Alessandro Agnello. Tra tutti i reati contestati, tra cui quello di violenza sessuale nei confronti di una sedicenne modicana con disturbi della personalità, ieri e’ stato processato per il solo reato di furto di energia elettrica, cosa che non ha potuto negare vista l’evidenza dei fatti. Il magistrato ha convalidato l’arresto ed ha disposto la sua scarcerazione, che non è’ stata, comunque, applicata poiché, essendo l’interessato agli arresti domiciliari, la denuncia della madre della ragazza ha aggravato la sua posizione rispetto agli obblighi dettati dal regime di restrizione in cui si trovava, per cui resta nel carcere di Modica Alta. L’avvocato Agnello ha chiesto, quindi, i termini a difesa ed il processo e’ andato al 23 settembre. Mejri,pregiudicato, dallo scorso 12 dicembre si trovava in stato di arresto in una vecchia casa del Quartiere Sant’Andrea, dove, incurante dei divieti, riceveva le “visite” della minore alla quale sarebbe stato solito cedere hashish, nonostante la giovane età della ragazza e dei disturbi di cui la stessa era affetta. I fatti erano stati confermati dalla madre della minore alla quale quest’ultima aveva creato notevole preoccupazione per le sue frequentazioni ed in particolare quella con il cittadino straniero del quale sembrava essersi invaghita. Al tunisino, nei fatti, erano stati contestati diversi reati, oltre a quello per l’inottemperanza degli obblighi imposti dalla detenzione domiciliare. Durante la perquisizione era stata trovata e sequestrata una pistola giocattolo priva di tappo rosso, calibro 9 in metallo, identica a quelle in uso alle forze dell’ordine, ed un bilancino di precisione per la pesatura dello stupefacente che Mejri aveva celato sotto alcune tegole del tetto della casa. La polizia, come si diceva, aveva scoperto, oltremodo, che l’arrestato si era allacciato abusivamente alla rete elettrica Enel, tramite un cavo elettrico provvisorio.

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