Modica. Un quartetto di giovani talenti per la seconda Jazzin’ for Avis, ieri sera a Casaciomod

imageHa esaltato il pianista modicano Giacomo Caruso. Del resto le sue qualità erano conosciute ma ieri sera ha veramente entusiasmato tanto che essere stato definito “Un pianista jazz davvero cool e un ottimo imprenditore di se stesso” dai suoi giovani colleghi del Prins Claus Conservatorium di Groningen per commentare la performance del Giacomo Caruso Quartet, ieri sera a Casaciomod, per la seconda edizione di Jazzin’ for Avis, non è esagerato.
Per i suoi fan modicani è motivo di gioia il fatto che questo giovanissimo e talentuoso pianista confermi il desiderio di esibirsi, almeno una volta l’anno, nella sua città d’origine, invitando musicisti da tutto il mondo ad accompagnarlo: e lo è ancor più alla luce del fatto che questo appuntamento si tenga sotto le insegne dell’Avis, che grazie alla generosità di questo testimonial d’eccezione trova l’occasione di portare presso sempre più variegate fasce di pubblico un messaggio di sensibilizzazione alla donazione del sangue, come ha confermato ieri sera il presidente Carmelo Avola. E’ stato un concerto fluido e spumeggiante, quello che ieri sera ha visto Giacomo Caruso entrare davvero nel ruolo di band leader e sfidare gli altri a seguire la sua ispirazione: senza barriere tra la band e il pubblico, per gli spettatori è stato quasi come trovarsi ad entrare per caso in una sala prove del Conservatorio, in una pausa tra le lezioni, e avere la fortuna di assistere all’incontro di quattro giovani fuoriclasse alle prese con il grande gioco della jazz.
Il consolidato feeling tra Giacomo Caruso al pianoforte e il russo Sergej Avanesov al sax tenore si è facilmente intrecciato all’entusiasmo del virtuoso contrabbassista americano, che ha nel sangue origini polacche e italiane, Tyler Luppi, e ai misurati, puntuali, impeccabili interventi del batterista armeno Samvel Sarkisyan, il più giovane del gruppo, appena 17enne.
Nei due set programmati, il quartetto ha scelto di puntare proprio su espressioni più contemporanee e meno legate alla tradizione, oltre che sul valore della contaminazione degli stili come tema della performance, improntata al puro divertimento dell’improvvisazione.
Così i quattro si sono dedicati prima a moderni riarrangiamenti di romantici standard d’annata, dai conosciutissimi “In your own sweet way” e “Days of wine and roses”, dalle linee melodiche più familiari anche ai profani del jazz, a una più ricercata rilettura di “Beatrice” di Sam Rivers e di “Billie’s bounce” di Charlie Parker, tema che facilmente si è prestato ad aprire spazi per brillanti assoli e dialoghi a due fra gli strumenti. Un Giacomo Caruso sempre più disinvolto e divertito, ha assunto pienamente la guida del gruppo nel secondo set. Tra un duetto di pianoforte e sax tuffato nella intramontabile tenerezza di “What is this thing called love?” e una coraggiosa chiusura con “Footprints” di Wayne Shorter, la band ha racchiuso il vivace dinamismo delle recenti composizioni dei suoi membri: “Two sentences” di Avanesov, “Dawn’s twilight” di Luppi e “Wild grass” di Giacomo Caruso.

Un concerto molto diverso ma non meno interessante di quello della prima edizione di Jazzin’ for Avis, di cui ieri sera è stato ufficialmente presentato il DVD: lo scorso anno Giacomo Caruso, in trio, fu accompagnato al contrabbasso da Joris Tepee e alla batteria da Steve Altenberg, due musicisti di lunghissima esperienza e suoi insegnanti a Groningen.

Certamente ieri sera i musicisti hanno trovato facile ispirazione nell’atmosfera dell’accogliente giardino di Casaciomod, che ha “coccolato” il pubblico con una degustazione di prodotti a “chilometro zero”, o meglio – per citare la filosofia della Casa – a “km 25711”, il numero che indica l’estensione della Sicilia, la terra da cui tutte le materie prime arrivano in cucina.
“Abbiamo scelto di fare da partner di Jazzin’ for Avis – ha spiegato Innocenzo Pluchino – riconfermando la volontà di fare rete tra le eccellenze del territorio, di fare di Casaciomod un luogo che naturalmente ospita arte e cultura, e in questo caso anche di essere vicini e sensibili alla mission dell’Avis”.

foto Luca giannone

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