Pozzallo, dimesso il somalo aggredito da due connazionali a Raganzino

E’ stato dimesso dall’Ospedale Maggiore di Modica, l’extracomunitario ricoverato giovedì sera a seguito della violenta aggressione avvenuta in zona Raganzino a Pozzallo. È stato stabilito che si trattava di un somalo ventenne, clandestino, e di fatto ospite del Centro di Prima Accoglienza al Porto di Pozzallo. Il giovane, appena dimesso, e’ stato ricondotto presso la struttura portuale ed ora si sta cercando di risalire ai due autori dell’aggressione, molto probabilmente anche loro somali e clandestini, dato che erano di colore e indossavano le classiche magliette bianche, le T-shirt che vengono consegnate ai migranti quando approdano sulle nostre coste per potersi svestire degli abiti bagnati. La giovane vittima non ha detto granché sulla vicenda. Il ventenne durante l’aggressione aveva sbattuto la testa al suolo ed aveva perso i sensi, questo aveva fatto supporre qualcosa di grave tra i primi soccorritori. In effetti i sanitari dell’ambulanza del 118, intervenuti sul posto, erano poco dopo riusciti a rianimarlo ma avevano deciso di portato in ospedale dove è stato tenuto in osservazione e poi dimesso. Molto probabilmente l’intervento di un ufficiale della polizia municipale di Modica, che transitava casualmente fuori servizio dal posto insieme alla famiglia, e’ stato provvidenziale poiché ha messo in fuga i due energumeni che sembravano “scatenati”, inveendo oltremodo nonostante la vittima fosse oramai esanime. Lunedì si terrà un vertice straordinario al comune di Pozzallo, con il Prefetto ed il Questore,. sindaco Luigi Ammatuna: “Abbiamo bisogno della vicinanza delle istituzioni. La città va controllata, invece in questo momento è totalmente in mano agli immigrati. Non si può lasciare la città in mano loro, altrimenti prima o poi accadrà qualcosa di davvero grave. Il pestaggio del giovane somalo è soltanto un episodio, fra tutti quelli che quotidianamente siamo costretti a registrare. Il CpA è da tempo al collasso, si aspettano i trasferimenti ed il pestaggio dell’immigrato somalo è la conseguenza di ciò che andiamo dicendo da tempo”.