NO ALL’AUMENTO DELL’IVA DAL 4 AL 10% DOPO IL 2013 PER LE PRESTAZIONI SOCIO-SANITARIE DELLE COOP CONFCOOPERATIVE RAGUSA PRESENTA BOZZA DI MOZIONE ALLA CONSULTA DEI CONSIGLI COMUNALI DELL’AREA IBLEA

Gianni GulinoLa bozza di una mozione avente ad oggetto la richiesta per scongiurare l’aumento dell’Iva in danno alle cooperative sociali che erogano prestazioni socio-sanitarie e che occupano migliaia di lavoratori è stata presentata dal presidente provinciale Confcooperative Ragusa, Gianni Gulino, con l’assistenza del responsabile Emanuele Lo Presti, alla Consulta dei consigli comunali di recente costituzione. “Abbiamo consegnato il documento al presidente del civico consesso di Ragusa, Gianni Iacono, che ringraziamo per la sua disponibilità – afferma il presidente Gulino – con l’auspicio che le nostre richieste non solo possano essere prese in considerazione ma servano per spingere i Comuni iblei ad avviare, ciascuno per la propria parte, un’azione di sensibilizzazione da estendere sino ai vertici del Governo nazionale”.
La legge 381/91 ha definito le cooperative sociali individuando in esse lo strumento idoneo per il perseguimento di finalità sociali di interesse generale e di promozione umana, da realizzare attraverso la gestione di servizi socio-sanitari, educativi e di attività produttive, attraverso i quali permettere l’integrazione lavorativa di persone svantaggiate e disabili. Attualmente, le prestazioni socio-sanitarie erogate dalle cooperative sociali sono soggette all’Iva al 4% fino alla fine del 2013 per poi passare, stante la normativa prevista dai commi 488, 489 e 490 dell’art. 1 della legge di stabilità 2013, al 10% nel 2014. In Italia ci sono circa 12.000 cooperative sociali e loro consorzi che occupano 380.000 persone e raggiungono con i loro servizi 7 milioni di cittadini. Il 66% del fatturato della cooperazione sociale arriva dagli enti pubblici, il 34% direttamente dagli utenti e dalle loro famiglie.
È il mondo delle comunità d’accoglienza per giovani o minori, di tanti asili nido, dei servizi socio-sanitari per anziani e disabili, e altro ancora. “Se effettivamente tale aumento, pari al 150% – prosegue Gulino – dovesse verificarsi, si metterebbero in ginocchio centinaia di cooperative del settore socio-sanitario ed educativo con l’effetto di una considerevole perdita di posti di lavoro. C’è anche un altro aspetto che bisogna considerare. La nuova aliquota del 10% si applicherebbe alle prestazioni socio-sanitarie ed educative rese dalle cooperative sociali in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale. Con l’aumento del 150% dell’Iva, una quota del 6% del costo dei servizi di welfare resi a persone svantaggiate affidate dagli enti locali alle cooperative sociali finirà alle casse statali: la sussidiarietà al contrario. Come se non bastasse, gli enti locali, per far fronte all’aumento dell’Iva di 6 punti percentuali, con le medesime risorse del 2013, nel 2014 forniranno meno servizi sociali agli italiani: si taglieranno i servizi di inclusione sociale proprio alle fasce più deboli della popolazione”.
Nella bozza si chiede ai vari Consigli comunali iblei di fare appello ai sindaci di intervenire in sede di conferenza Stato-Regioni e Anci per chiedere al Governo di verificare gli effetti applicativi della relativa norma al fine di adottare ulteriori iniziative volte a predisporre tutte le misure economiche e normative, anche in sede europea non solo in fase di preistruttoria ma anche in caso di apertura di una procedura d’infrazione atte a mantenere l’Iva al 4 per cento per le prestazioni erogate dalle cooperative sociali anche oltre il 31 dicembre 2013. Gulino sottolinea, altresì, l’importante ruolo, in termini di sensibilizzazione sulla delicata tematica, che è stato portato avanti, su tutto il territorio nazionale, da Federsolidarietà Confcooperative.

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