Scicli dice no alle ricerche petrolifere nel proprio mare

vega bScicli dice no a nuove perforazioni in mare per ricerche petrolifere. La comunicazione giunta dal ministero dell’Ambiente al Comune relativamente alla richiesta di valutazione di impatto ambientale (Via) avanzata dalla Transunion Petroleum E & P Spa, ha fatto ripartire la macchina del dissenso in difesa di un territorio già martoriato. Domani sera, nel corso di una seduta aperta del Consiglio comunale, si parlerà unicamente della questione coinvolgendo, con l’invito diramato dal presidente Vincenzo Bramanti, tutti gli enti locali della Provincia, le deputazioni regionali e nazionali, la Regione, la Sovrintendenza del mare. Sono stati i consiglieri Bernadetta Alfieri e Guglielmo Ferro (Scicli Bene comune), Marco Causarano (Pd), Guglielmo Scimonello (Megafono), Rocco Verdirame (Mpa-PdS) e Giorgio Vindigni (Gruppo Misto) a chiedere che la questione finisse all’attenzione della civica assemblea. «Nelle scorse settimane il nostro Comune ha ricevuto dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, comunicazione di una istanza di valutazione di impatto ambientale relativa a ricerche petrolifere da effettuarsi nello specchio d’acque antistante il Ragusano, oltre cinque miglia nautiche dalla costa su un area di poco meno di 500 Kmq, avanzata da parte della ”Transunion Petroleum Italia S.r.l.” – raccontano i sei consiglieri – nella richiesta è fatto esplicito riferimento alla tecnica esplorativa dell’”air-gun” con ispezione dei fondali marini. Questa si pratica mediante spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo. Ci chiediamo se la nostra amministrazione, chiamata in causa dal ministero e dalla società di ricerca non abbia ritenuto di coinvolgere gli altri enti territoriali, per opporsi a tale progetto e lanciare una campagna di allarme e sensibilizzazione sui gravi pericoli rappresentati dalle ricerche petrolifere». La questione, nei giorni scorsi, dal presidente del Consiglio, Bramanti, è stata portata all’attenzione della appena nata Consulta provinciale dei presidenti delle assise comunali.

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