Immigrazione e regole….a cura di Rita Faletti

sbarco 11_07_2013 (89)I continui e crescenti sbarchi di migranti provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo non sembrano costringere chi ci governa ad affrontare il problema con serietà, urgenza, senza ipocrisie e interessi di parte o partito. Lampedusa è satura e non più in grado di far fronte all’emergenza, così Pozzallo, Siracusa, Porto Empedocle; i sindaci reclamano aiuti economici; l’invasione aumenta; la politica chiacchiera e si sottrae ai suoi doveri e affida al senso di umanità e solidarietà degli italiani il soccorso in mare dei disperati. Napolitano: “E’ un gesto che fa onore agli italiani”. Buon cuore ed encomio. Gli interventi della Marina Militare, della Capitaneria di Porto, della Guardia di Finanza, delle Forze dell’Ordine si moltiplicano per espletare le varie operazioni connesse al recupero e all’accoglienza: i migranti vengono rifocillati e curati,  identificati, quando è possibile, perché molti gettano in mare i documenti per non essere riconosciuti. I CIE (centri di identificazione ed espulsione) si trasformano spesso in centri di rivolta e devastazione, come è avvenuto recentemente nel CIE di Capo Rizzuto, dove la ministra Kyenge si è recata in visita e dove è stata bloccata da un gruppo di ospiti-manifestanti che si sono piazzati davanti alla sua auto per impedirne l’uscita e costringerla a prendere atto dello stato di tutta la struttura. Il 9 di agosto, centocinquanta immigrati sono fuggiti dal centro di accoglienza di Porto Empedocle. Negli ultimi otto anni, i clandestini giunti sulle coste italiane sono centinaia di migliaia. Dove sono? Cosa fanno? Assunti in nero da datori di lavoro senza scrupoli che li sfruttano, reclutati dalle associazioni criminali per lo spaccio di droghe, vittime della criminalità organizzata, fuori dai supermercati ad elemosinare…. Ogni paese ha l’immigrazione che si merita. La neoministra, invece di preoccuparsi dello “ius soli”, che sancisce l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza dell’essere nati nel territorio italiano, farebbe bene ad informarsi su come la Germania affronta la questione immigrazione e prendesse spunto dalla legislazione che vige in un paese civile, dove le regole sono messe in chiaro fin dal primo istante: documenti di identità, contratto di lavoro, indirizzo a cui l’immigrato si è domiciliato. In Germania, che è un paese civile, il controllo sociale e il rispetto delle regole è implacabile, ai limiti della delazione e protegge i cittadini tedeschi e gli immigrati onesti. In Italia, che non è la Germania e quindi non è un paese civile, non si fa nulla per prevenire l’illegalità che è fuori controllo. Nella nostra Italia buonista, quando un clandestino commette un crimine, trova il magistrato che lo giustifica, così chi ruba, stupra, prende a picconate qualche malcapitato, non viene rispedito nel paese di origine al momento dell’arresto, ma trova chi lo difende e a nostre spese! Spesso chi delinque è al secondo, terzo, quarto crimine, mentre qui, dopo il primo, non dovrebbe più esserci. Tutto questo ci costa un bel po’ di denaro che potrebbe essere destinato agli italiani che vivono in povertà quasi totale. Sono circa dieci milioni coloro che si affidano alla carità di associazioni e privati che aiutano senza fare proclami e promesse. Concludo con l’osservazione di qualcuno che ha detto che la questione dell’accoglienza è surrettizia, sollevata solo dalla sinistra, a corto di proletariato e in cerca di nuovi disperati, ma che siano extra-comunitari!

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