Firmata convenzione tra i responsabili dell’Ufficio Provinciale del Lavoro e l’Istituto Penitenziario di Modica

carcere di modicaFirmata ieri la convenzione tra il direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, Servizio CPI di Ragusa, Giovanni Vindigni, e la Casa Circondariale di Modica, Giovanna Maltese, alla presenza del referente del CPI di Modica, Salvatore Rizza, e del capo area trattamentale dell’istituto di Piazza Gesù, Antonio Ricca. Sono stati posti in essere gli atti che avranno la stessa finalità della convenzione stipulata con la casa circondariale di Ragusa. In sostanza, dal primo gennaio 2013 l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola è stata sostituita con aspi e mini-aspi (assicurazione sociale per l’impiego). Anche i detenuti lavoratori alle dipendenze delle case circondariali rientrano nella nuova normativa al fine di richiedere l’ex indennità di disoccupazione. Alla fine del periodo di turnazione i lavoratori detenuti, trovandosi nello stato di disoccupazione involontaria, dovrebbero dichiarare il lavoro svolto e la conseguente disponibilità immediata presso i centri per l’impiego. Un funzionario, grazie alle convenzioni stipulate, una volta al mese, acquisirà direttamente, presso le case circondariali, le dichiarazioni d’immediata disponibilità al lavoro da parte dei detenuti lavoratori. E’ stato, dunque, avviato un rapporto di collaborazione fra i due enti, rappresentati dai rispettivi direttori, al fine di individuare strategie e dispositivi progettuali per tutelare il diritto al lavoro dei detenuti, perché prima di progettare un reinserimento al lavoro di un detenuto occorrono dei prerequisiti uno dei quali è, appunto, la dichiarazione d’immediata disponibilità(did). “Bisogna dare risposte integrate e coordinate tra gli operatori dei due enti – dicono le parti -. Ciò rappresenta una sfida scaturita dalla volontà e dai buoni rapporti fra operatori delle istituzioni e operatori del privato sociale. Oltre agli operatori pubblici e privati, al fine di portare al lavoro un detenuto, occorre un coinvolgimento e un contatto con altri livelli istituzionali, che vanno dagli operatori penitenziari, alla magistratura di sorveglianza, agli organi preposti al controllo, ai familiari e agli avvocati”. E’ stato, altresì, concordato di divulgare le politiche per favorire l’inserimento lavorativo “mirato” dei detenuti, in quanto sono previsti specifici interventi quali, per esempio, gli incentivi alle imprese per l’assunzione dei detenuti che possono lavorare all’esterno della struttura penitenziaria.

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