Il caso del modicano Mauro Terranova, affetto da sindrome atassica spino cerebellare e al quale è stato prescritto un trattamento a Brescia con cellule staminali secondo il protocollo concordato tra Ospedali Civili e Fondazione Stamina di Davide Vannoni, è approdato, su proposta del vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò, al IV convegno internazionale di bioetica che si è svolto il 13 e il 14 settembre a Noto per iniziativa della diocesi. A illustrare il caso in tutte le sue problematiche mediche, bioetiche, giuridiche e politiche è stato il nostro Direttore Domenico Pisana, teologo morale e membro del comitato scientifico del convegno. Alla presenza di genetisti, giuristi e bioeticisti, medici, operatori della sanità, docenti ed educatori , l’intervento di Pisana ha evidenziato come quello di Mauro Terranova sia il primo caso di atassia ad accedere alle cure compassionevoli, e tale non poteva non trovare attenzione nel convegno di Noto dove bioetica e biopolitica si sono confrontate in un contesto di dinamica interattiva. “Il caso di Mauro Terranova e di tanti altri pazienti italiani affetti da patologie neurologiche tra le quali la Sla bulbare, la sindrome di Kennedy e la paresi cerebrale infantile, che sono poi le patologie oggetto del protocollo per la sperimentazione consegnato da Vannoni all’istituto Superiore di Sanità, pone – ha affermato Domenico Pisana – delle domande alla bioetica, alla biopolitica e alla comunità medico-scientifica, la quale se da una parte ha bocciato il metodo stamina, dall’altra deve fare chiarezza sul sospetto di un misconoscimento pregiudiziale del metodo stamina e di un rifiuto che potrebbe leggersi come il tentativo del potere della scienza medica di coprire, dietro il rispetto delle regole, esigenze di alcuni scienziati e della burocrazia e non le esigenze dei pazienti.
Il sospetto – ha spiegato Pisana – appare legittimo; le polemiche, le accuse, il dibattito, la ricerca della verità scientifica rientrano certo nell’ambito di una legittimità, ma i tempi della discussione, della ricerca e della sperimentazione e ora della bocciatura non sono compatibili con i tempi dei pazienti appesi a un filo e che quotidianamente muoiono. Mentre la comunità scientifica discute, polemizza, dibatte, ed ora boccia il metodo stamina, Mauro Terranova e i tanti malati che attendono di essere alleviati dalla loro sofferenza degenerano fino a morire. Mentre la politica, la scienza medica, i comitati scientifici discutono di protocolli e di regole, bambini, persone con malattie rare e sconosciute degenerano di giorno in giorno posandosi sulla coscienza di chi deve decidere per il bene della loro vita”.
Va ricordato che il metodo stamina non è una sperimentazione scientifica, ma si tratta di cure compassionevoli che rientrano nella legge Fazio-Turco del 2006, la quale autorizza cure compassionevoli purché ci sia l’approvazione del comitato etico e il rispetto di alcune caratteristiche, tra le quali che queste cure siano svolte in laboratori pubblici e che il direttore del laboratorio abbia una esperienza di almeno cinque anni nella produzione di cellule staminali. Tutto ciò che si fa nell’ospedale di Brescia – ha concluso Pisana – è in regola con la legge Fazio –Turco del 2006 , le terapie sono gratuite e i risultati sembrano dare ragione a questo metodo.
Il giudice del Tribunale di Modica ha riconosciuto a Mauro Terranova il diritto a curasi con la metodica stamina; si trova ora in lista di attesa. L’attesa è però lunga e la speranza della sua famiglia è posta nell’autorizzazione dell’assessorato regionale alla sanità a rendere attuativa una convenzione sul metodo stamina tra l’Ospedale di Brescia e gli Ospedali “Ferrarotto” di Catania e “Cervello” di Palermo.
IL CASO DEL MODICANO MAURO TERRANOVA, IN ATTESA DEL TRATTAMENTO CON CELLULE STAMINALI, APPRODA AL IV CONVEGNO DI BIOETICA DI NOTO
- Settembre 15, 2013
- 12:10 am
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