“Per meglio comprendere l’eccezionalità della situazione che riguarda la riforma della geografia giudiziaria nel nostro territorio, possiamo dire che è avvenuto un vero e proprio terremoto che produrrà degli effetti che non si è in grado di valutare fino in fondo, ma di cui si colgono chiaramente gli effetti dell’improvvisazione in ordine al primo step di spostamento di uomini ed atti da Modica a Ragusa”. E’ quanto sostengono il segretario generale e la coordinatrice provinciale della Cisl, Gianfranco Marino e Concetta Schininà, sulla vicenda della soppressione del Tribunale di Modica con conseguente accorpamento a Ragusa.
“Dopo avere intrapreso ogni utile iniziativa per scongiurare la soppressione del Tribunale operativo nella città di Modica, potendo ritenere che i disagi di questa riforma saranno superiori ai presunti vantaggi ma, anche e soprattutto, per la grave situazione che si è venuta a creare a danno del Personale che a due giorni dal termine ultimo e ancora ieri – nonostante la richiesta di confronto – ignorava l’esistenza di specifiche procedure di pianificazione, si evidenzia in sintesi quanto segue.
La decisione di attivare le procedure per portare a termine l’applicazione della riforma giudiziaria – spiegano i due sindacalisti – senza emanarne gli aspetti organizzativi, rischia di alimentare il caos – come di fatto oggi è avvenuto – al Tribunale di Ragusa, interessato all’accorpamento sia del personale del Tribunale di Modica sia di quello delle sezioni distaccate.
La riforma a partire da oggi diventa pienamente operativa – ed è già caos – con i suoi tagli e gli accorpamenti di tribunali, procure e uffici del giudice di pace ma anche con le sue vertenze, richieste di proroghe e sospensioni da parte dei Tar che si attendono.
Una riforma così ambiziosa, per realizzare gli obiettivi prefissati, doveva essere necessariamente partecipata e condivisa, portata avanti attraverso le corrette relazioni sindacali. Al contrario possiamo ritenere che la totale chiusura alle richieste di confronto, è massimamente espressiva della scarsa attenzione per il Personale degli uffici accorpanti e accorpati. Tenta, altresì, di inverare plasticamente la simmetria di due forze: da un lato la politica che impone, dall’altro le rappresentanze sociali tacitate.
D’altro canto, secondo la paradossale logica dettata dall’emergenza ed espressa dal Guardasigilli risulterebbe che al momento non è possibile fermare la chiusura dei tribunali nel senso di “prevenirne i danni”; eventuali interventi correttivi potranno essere apportati successivamente “riparando i danni”, recependo convenienti e congrue segnalazioni provenienti anche dai territori.
Di fronte ad un evento così capitale, determinato dalla pura applicazione della norma, che fa strame delle prerogative sindacali e con esse dei diritti fondamentali del Personale, è importante rilevare che la macchina della giustizia è ormai avviata a danno del Personale, nonché dell’interesse per il quale la riforma era stata varata (eliminazione di sprechi, inefficienze, valorizzazione delle professionalità attraverso art.16 L.111/2011).
Siamo consapevoli, tuttavia, che, in un momento come quello attuale, la necessità di far cassa è alla base della manovra governativa, la riforma si inquadra, infatti, in un contesto economico e non, come sarebbe logico, giuridico e funzionale.
Pertanto, bisogna avere la capacità di essere propositivi sostenendo una serie di iniziative per ottenere la giusta attenzione anche da parte del Ministro su tutte le nostre richieste, capaci di restituire organicità all’attuale progetto di riforma e contestualmente ricostituire il capitale di fiducia del Personale che rischia di andare disperso insieme ai servizi giudiziari da erogare”.
Soppressione del Tribunale di Modica. La Cisl: “più danni che benefici”
- Settembre 17, 2013
- 10:22 am
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