Udienza ieri mattina davanti al Riesame di Catania per i nove componenti l’equipaggio della cosiddetta “nave della droga”, la “Gold Star”, sequestrata dalla Guardia di Finanza e, allo stato, attraccata al Porto di Pozzallo, che trasportava circa trenta tonnellate di hashish e poi data alle fiamme(sono state recuperate circa sette tonnellate di sostanza vietata, in parte “buona” e in parte bruciata) nel momento in cui era stata intercettata nei pressi della Piattaforma Vega, al largo della costa iblea. L’avvocato Giorgio Terranova del Foro di Catania, ha chiesto la revoca dei provvedimenti restrittivi per il comandante, Shadi Suleiman, 32 anni, per Ahmad Dalileh, 42 anni, Abdulrahman Jalloul, 25 anni, Afranr Bachar, 25 anni, , Mustafa Jumaa, 25 anni, Hani Othaman, 30 anni, Ahmad Balkis, 49 anni, Jouy Munish, 24 anni, e Anuj Chauhan, 19 anni, anche se davanti al Gip di Modica, Lucia De Bernardin, il primo si era accollata le responsabilità’. L’avvocato Terranova, nella sua arringa, ha fatto rilevare proprio questo tracciando la posizione degli altri otto che si erano dichiarati ignari della merce trasportata e, soprattutto, di Munish e Chauhan, indiani, che si sarebbero trovati sulla nave solo per fare “training” dopo avere concluso gli studi in India. I magistrati etnei si sono riservati di decidere entrò i giorni consentiti dalla legge. Sono tutti rinchiusi nel carcere di Modica. Solo al comandante Suleiman e’ stato contestato il reato di attentato alla sicurezza della navigazione, per l’incendio.
Pozzallo, il caso della Gold Star, la “nave della droga” è approdato davanti al Riesame di Catania
- Settembre 26, 2013
- 10:36 am
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