Corte d’Appello di Catania, processo “Modica Bene”. l’accusa chiede assoluzione per Drago e altro cinque politici modicani

togaReiterata anche davanti alla Corte d’Appello di Catania l’assoluzione con formula piena nei confronti degli imputati nel processo “Modica Bene”, sentenza impugnata dal Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, dopo avere letto le motivazioni addotte dal Gup, Patricia Di Marco, che aveva assolto tutti coloro che scelsero il rito abbreviato, ovvero l’ex parlamentare dell’UdC, Peppe Drago, il fratello Carmelo Drago, già assessore comunale, l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, l’ex segretario provinciale dell’UdC, Giancarlo Floriddia, l’ex consigliere comunale, Giorgio Aprile(all’epoca assessore)e l’ex consigliere provinciale, Vincenzo Pitino(gli altri, soggetti coinvolti che scelsero il giudizio ordinario furono anche loro assolti ma, a seguito dell’impugnazione, anche in questo caso, di Puleio, la Cassazione ha riaperto il caso). La richiesta del Procuratore Generale, nel caso in specie, e’ stata formulata davanti alla Corte d’Appello di Catania, ieri mattina. I magistrati hanno, quindi, fissato l’udienza conclusiva con le arringhe difensive degli avvocati Bartolo Iacono, Luigi Piccione, Ignazio Galfo e Mario Caruso, e la sentenza al prossimo mese di dicembre. Secondo il capo della magistratura inquirente modicana era necessario, durante la fase dibattimentale, ammettere l’audizione di un nastro sequestrato al teste Bruno Arrabito, richiesta che fu rigettata, perché dall’escussione di quest’ultimo sarebbero potute scaturire nuove prove, soprattutto riguardo presunte registrazioni che l’uomo avrebbe effettuato all’interno di due bar di Modica e una in aeroporto. Bruno Arrabito, secondo il Procuratore Puleio, avrebbe potuto avere un ruolo importante per le eventuali nuove indagini, ritenendo, oltremodo che la sentenza di primo grado fosse limitata. L’indagine,riguardava il periodo compreso tra l’ottobre 2003 e fino al settembre 2007, ed era stata condotta dalla Guardia di Finanza di Ragusa, coordinata dall’allora Procuratore della Repubblica, Domenico Platania. Puleio aveva fatto riferimento alla “spiegazione della documentazione bancaria, dalla quale risultavano cifre elevatissime transitate(per la gran parte in contanti)nei conti correnti riconducibili agli imputati, in particolare a Peppe e Carmelo Drago, a Gabriele Giannone, Carmelo Leone, Giorgio Aprile e Massimo Arrabito.

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