L’OSSERVAZIONE DAL BASSO… di DIRETTORE. LA TRAGEDIA DI SAMPIERI: NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE. OCCORRE UNA VERA POLITICA DELL’ACCOGLIENZA

domenico pisanaLa tragedia di questi giorni che si è consumata sulla spiaggia di Sampieri non ci lascia sicuramente indifferenti, ma ci scuote dentro le coscienze. La morte di 13 persone, che si aggiungono alle tante altre vittime degli sbarchi di questi mesi, pesa come un macigno su tutte quelle politiche comunitarie incapaci di dare risposte ai bisogni di vita più profondi che si agitano nell’anima dei popoli. Uomini, donne, giovani, bambini che sicuramente sognavano una vita diversa, lontana dalla miseria e dal dolore, si sono invece ritrovati buttati in mare da scafisti senza scrupoli, veri mercanti di morte.

Quello che continuiamo a vedere sulle nostre coste siciliane è il frutto dell’esodo disperato di persone e intere famiglie che fuggono dalla guerra e dalla povertà. L’unica sensazione che si prova di fronte a tali tragedie è il senso dell’impotenza, l’incapacità a trovare soluzioni per arginare questi drammi che si consumano per responsabilità di veri e propri venditori di illusioni o di morte.
In sede europea si discute di banche e di banchieri, di spread e di mercati, di investimenti e di titoli, ma non si riesce a trovare una intesa politica che possa dare risposte all’emergenza immigrazione, che possa evitare tragedie come quelle di casa nostra, che possa fare della solidarietà il cuore di una Europa unita e di un mondo più fraterno.
La visita del Papa a Lampedusa è stata sicuramente un gesto importante, ma ora serve la politica. Bisogna che a Roma e nelle grandi capitali europee si trovino intese perché questo massacro non può continuare, perché non è possibile assistere a gesti disumani allorché , ad esempio, le autorità maltesi, con una scusa o con un’altra, si sono guardate bene dell’intervenire quando le carrette del mare erano nelle acque di loro competenza.
Il messaggio di papa Francesco non può cadere nel vuoto , è stato un monito molto chiaro a chi ha il potere, e lavarsene le mani è una omissione inaccettabile.
Qui non è questione di ideologie politiche o d’altro, occorre un cambio di rotta, occorre che la politica italiana ed europea trovi la capacità di mettere a sistema una vera rete d’accoglienza diffusa, che vada oltre i mega centri di identificazione nelle città, ove regna il caos e il disordine. Occorre rivedere la legge Bossi-Fini, perché l’immigrazione sta superando i livelli di guardia. Non c’è più tempo da perdere. Istituzioni, chiesa, comuni, territori, città intese – e prendo a prestito la Pira – come “abitazioni di uomini”, sappiano lavorare insieme per una vera politica dell’accoglienza e della solidarietà.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa