“Non sono tredici i morti di questi giorni ma quattordici. Aggiungete anche mio figlio”. A queste parole di Anna Carta segue la distruzione del documento d’identità del figlio, Mauro Terranova, 23 anni, affetto da atassia spino cerebellare, non appena finita l’udienza davanti al giudice Pierangela Bellingieri, sul ricorso presentato dalla famiglia del giovane alla Regione per accedere alle cure compassionevoli un centro della Sicilia. I legali dell’assessorato regionale alla Sanità hanno chiaramente detto che non ci sono centri nell’isola per la lavorazione delle staminali e, siccome il Comitato bioetico ha detto no a questa procedura, anche la Regione si accoda. “Non e’ vero – replica la donna – c’è ne sono otto di centri, tra cui due a Catania e da uno di questi abbiamo già un preventivo a costo zero. Abbiamo documenti che lo provano.” I genitori di Mauro avevano fatto ricorso alla magistratura attraverso gli avvocati Roberta Galfo e Desirè Sampognaro. Le cure compassionevoli mediante metodo stamina sono completamente altra cosa rispetto alle sperimentazioni che sono iniziate il primo di luglio. Il giovane, infatti, non intende, sottoporsi alla sperimentazione che ha solo il fine di creare un farmaco, ma si vuole curare attraverso l’infusione di staminali. L’azienda Spedali di Brescia, unica struttura in grado di applicarla, avendo avuto già problemi con la giustizia, non agisce se non dietro provvedimento dei giudici ma lo fa strenuamente anche con i ricorsi alle sentenze, certamente per mettersi al sicuro da eventuali provvedimenti contrari(su questo fronte c’è stata udienza lo scorso 26 settembre ma il magistrato si è riservato). “Ieri hanno decretato la morte di mio figlio – dice tra le lacrime Anna Carta – . Io chiedo oggi a tutti i siciliani di protestare con me nei confronti dell’assessore regionale Lucia Borsellino affinché mantenga la promessa che mi aveva fatto in luglio a Palermo. In questo momento la tragedia tocca la mia famiglia, domani potrebbe toccare a chiunque. Ho telefonato al Prefetto al quale ho chiaramente detto che da questo momento la provincia di Ragusa piange una quattordicesima vittima, che è Mauro. Mi chiedo: dove sono la Borsellino, l’assessore Regionale al Lavoro e alla Famiglia, Ester Bonafede, il presidente, Rosario Crocetta, il commissario dell’Asp Ragusa, Angelo Aliquo’, il vescovo di Noto, Antonio Stagliano’, i politici e tutte persone che a parole si erano impegnate nei primi di luglio e che ora sono scomparsi e non rispondono al telefono”. Ieri il paradosso: alla famiglia Terranova e’ stato chiesto il pagamento delle spese processuali e questo ha fatto balzare dalla sedia l’avvocato Galfo. Mauro, a causa della sua malattia, non riesce a muoversi, stenta a parlare, non riesce a deglutire, reagisce con sempre maggiori difficoltà.
Niente cure compassionevoli per il modicano Mauro Terranova. La Regione si oppone. La madre distrugge il documento del figlio
- Ottobre 2, 2013
- 8:00 am
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