APERTA LA STAGIONE DEGLI APPUNTAMENTI LETTERARI AL QUASIMODO DI MODICA

foto 2Si è aperta ufficialmente sabato scorso al Palazzo della Cultura, alla presenza di un foto pubblico, la VIII stagione 2013-2014 del Caffè Letterario Quasimodo di Modica , che si snoderà in 24 appuntamenti culturali denominati “sabati letterari” e distribuiti da ottobre a maggio nelle città di Modica e Ispica. L’appuntamento di apertura è stato dedicato al Premio Nobel per la letteratura(1987) Josif Aleksandrovic Brodskij, la cui figura è stata introdotta da Giuseppe Ascenzo, docente di storia e filosofia, che lo ha inquadrato all’interno degli accadimenti storici del primo Novecento che hanno caratterizzato l’ex Unione Sovietica, mentre Lucia Trombadore, insieme a Teresa Floridia, Franca Cavallo, Giovanni Peligra, Antonella Monaca ed un gruppo di studenti dell’indirizzo classico dell’Istituto “Galilei- Campailla” di Modica hanno posto in essere un adattamento del processo cui fu sottoposto Brodiskij, il quale nel 1964 fu arrestato con l’accusa di parassitismo e poi condannato, dopo un processo che scatenò violente reazioni nell’opinione pubblica mondiale, a cinque anni di lavori forzati con la colpa di avere svolto un lavoro ritenuto ‘non socialmente utile’ dallo Stato sovietico.
L’incontro, arricchito dalla performance musicale del Duo “Marte –Vindigni”, ha riscosso interesse tra il pubblico tant’è che si è registrato un confronto tra i partecipanti sui temi della disobbedienza civile, della libera espressione del pensiero nel nostro tempo, del rapporto tra politica, potere e cultura.
“Brodskij, – ha concluso Domenico Pisana, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, è stato un poeta ‘viaggiatore solitario’ che ha subito due processi dai toni decisamente kafkiani e ogni sorta di soprusi, conoscendo l’esperienza del confino e del manicomio criminale. Alla domanda provocatoria del giudice che voleva sapere chi l’avesse investito dell’autorità di sentirsi un poeta senza essere iscritto all’Unione degli scrittori, Brodskij risponde: ‘Non so, forse da Dio’.
Il suo processo e la sua condanna ci insegnano che la poesia e la letteratura in genere rappresentano lo strumento privilegiato per tentare di interpretare e comprendere una realtà dai tratti sempre più poliedrici e complessi”.

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