Complimenti al Ministro. Al Tribunale di Ragusa mancano microfoni e stenotipia. Rinviato processo contro detenuto modicano

tribunaleDovrà aspettare ancora un mese per essere processato il modicano Giuseppe Tuè, 42 anni, arrestato circa un anno fa e poi ammesso ai domiciliari a seguito della denuncia del 24 ottobre scorso di una donna di 86 anni dopo aver subito alcuni furti e una truffa dopo che l’uomo che avrebbe gli avrebbe carpito la fiducia, spacciandosi per tale “Saro”. Rinviato a giudizio dal Gup di Modica lo scorso mese di marzo, ieri era in programma il processo a suo carico ma, incredibilmente, è emerso che l’aula del Tribunale di Ragusa non era attrezzata di microfoni e stenotipia cosicché il magistrato ha dovuto rinviare tutti a casa e, quindi, Tuè dovrà attendere un altro mese, probabilmente ancora in stato detenzione, visto che il processo trattato il nove dicembre. Il difensore dell’uomo, l’avvocato Carmelo Scarso, nei prossimi giorni tornerà a chiedere la remissione in libertà. La presunta vittima aveva denunciato di essere stata avvicinata, presso la parrocchia di San Teodoro, a Modica Alta, dove si reca quotidianamente, da un uomo che, ingannandola, affermava di essere il nipote di una sua conoscente, inducendola con tali asserzioni a fidarsi. Questi, dopo averle detto che la madre era ricoverata in ospedale, le avrebbe chiesto dei soldi in prestito al fine di poterla assistere. In tale frangente, l’anziana, credendo di far del bene, si sarebbe recata presso la propria abitazione, in compagnia dell’uomo, a cui avrebbe consegnato il denaro richiestole che prelevava da una busta ben celata(150 euro). Altre volte il Tuè avrebbe preteso del denaro, arrivando poi a strappare dalle mani della donna le banconote, atteso che la stessa, per eludere le sue pretese, aveva esibito le poche banconote contenute nel portafogli proprio per tentare di convincerlo a desistere e a non tornare. Con tali artifici, Giuseppe Tuè, avrebbe sottratto all’anziana vittima, in più riprese, prima 150 euro, poi 50, poi 40 ed infine 3.350 euro. L’uomo si dichiara innocente, tant’è che ha rinunciato anche a patteggiare.

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