Una maggioranza al consiglio comunale di Ragusa sorda, che agisce su schemi preordinati, tutt’altro che consona ai principi della solidarietà: una seduta fiume e inquietante quella di ieri, conclusasi nelle prime ore del mattino di oggi, dedicata all’approvazione delle modifiche del “Regolamento per la distribuzione ed uso dell’acqua potabile” che, finalmente dopo trent’anni, viene rivisitato, in un testo proposto dall’ex commissario Rizza, per consentire agli uffici di potere operare in modo disciplinato e consono. E solo per questo ci siamo astenuti, afferma il Consigliere Comunale dell’UDC di Ragusa, Sonia Migliore. Era un atto politicamente da bocciare per i contenuti: la maggioranza, in particolare il M5S, ha acclarato ieri il principio gravissimo della “sospensione” dell’erogazione dell’acqua alle persone, come ultima penalità sanzionatoria.
A nulla è valsa la “battaglia” a colpi di emendamenti in cui abbiamo proposto e detto che l’acqua è un bene essenziale e irrinunciabile per la vita stessa dell’uomo e che mai ed in nessun caso si può sospenderne l’erogazione, semmai “ridurne il flusso”, come noi avevamo proposto. Non hanno voluto accettare il contenimento dei costi delle tariffe sia per le utenze domestiche che per quelle artigianali e commerciali, viste le drammatiche condizioni di crisi delle famiglie e delle imprese. Non hanno voluto tutelare le fasce deboli della società prevedendo l’esenzione sulle fasce di reddito fino a 5.000,00 euro (cioè i poveri) come avevamo proposto noi: eppure a Parma, il secondo sindaco grillino d’Italia ha trovato una formula per farlo, come ho dimostrato portando in aula una copia dell’atto prodotto dal comune di Parma. Hanno fortemente voluto l’introduzione della possibilità di affidare eventuali incarichi per i servizi idrici a ditte private, senza avere contezza di come regolarne i rapporti (in pratica firmando una “cambiale in bianco”). Hanno voluto con forza, prosegue Sonia Migliore, che “qualunque” costo, anche quelli che non conosciamo, venisse addebitato ai cittadini. Per non parlare della cosa più grave, inerente ai costi del servizio che non era riportato in alcuna parte della delibera o dello “pseudo allegato A”, ma che invece prevedeva tariffe e costi per i servizi idrici (sopralluoghi, verifiche, ecc.). I nostri emendamenti, che tendevano ad alleggerire le ricadute economiche sull’utenza, sono stati bocciati per il parere negativo e unico del dirigente in quanto “le modifiche proposte non consentono la copertura dei costi di gestione”, costi che però non erano riportati in alcuna parte della delibera e che sono rimasti un “giallo” per tutta la durata della seduta, soltanto rimbrottati verbalmente fra le risposte del vice segretario e del funzionario, ma mai per bocca dell’Amministrazione. Crediamo, conclude nella nota la Migliore, che sia anche possibile e lecito voler mantenere alti i costi per i cittadini per “fare cassa”, ma in questo caso è l’Amministrazione a doversene assumere le responsabilità politiche, non ci si può certo “nascondere” dietro il parere di un dirigente: questo non è ammissibile. Mai.