Scicli, storia di un bambino “difficile” che non riesce a socializzare

bambino-piangeDavide, un bambino di appena dieci anni, già provato da una serie di circostanze di vita che lo hanno portato a soffrire “come in un inferno infuocato”. Il bambino vive a Scicli ed è figlio della signora Catia Trovato, una ragazza madre, soffre di una forte psicosi, un disturbo misto della personalità che porta alla schizofrenia ed al suicidio. “Mio figlio ha soltanto dieci anni e già, almeno da un paio di anni – racconta con un filo di voce la madre Catia -, tenta il suicidio. Più volte, umiliato ed emarginato, ha tentato di farla finita”. Per queste ragioni Davide quest’anno ha a disposizione a scuola due insegnanti di sostegno e, proprio per il caso, sono state prese ulteriori accortezze come modifiche strutturali alle porte ed alle ringhiere, per impedire l’irreparabile.
“Davide non solo soffre per la patologia di cui è affetto – dichiara Maria Borgia, di “Rivoluziona Scicli” -, ma anche per un sistema sociale inadeguato non disponibile ad accoglierlo”. È la stessa madre a spiegarne il perché: “Io ho perso il lavoro, in quanto ogni mattina mi chiamavano dalla scuola per venire a prendere mio figlio. Il pomeriggio, invece, portavo Davide dalle “Suore del Rosario” del centro diurno per minori in difficoltà di Scicli, che si limitavano a tenere il bambino senza fargli fare specifiche attività. Fino a quando, di punto in bianco – racconta -, hanno deciso di non accoglierlo più nella struttura, rifiutandolo sistematicamente”. La madre rigetta l’accusa che il bambino “abbia messo le mani addosso alle suore o ad altri bambini”. “Non è così, mio figlio ha soltanto bisogno di essere integrato e non trattato come un pazzo o isolato. Lo stiamo curando – racconta la madre – a Pisa, dove prossimamente si sottoporrà ad una cura che lo vedrà per ben tre settimane in terapia intensiva, presso l’Istituto di Ricovero e Cura “Stella Maris”. La madre denuncia il trattamento “sbagliato” con il quale il bambino sarebbe stato accudito in questi anni. “Proprio a Pisa alcuni specialisti che lo tengono in cura, mi hanno sottolineato il fatto che Davide presenti una psicosi anche a causa di un processo di integrazione molto sbagliato. Mio figlio è stato sempre trattato come un caso da isolare e, nessuno, si è preoccupato di cercarne l’integrazione. Mio figlio soffre doppiamente – conclude Catia Trovato -, per una società che lo emargina e quasi stenta a volerlo”. A chiedere spiegazioni su quanto accaduto, rispetto alla questione dell’ospitalità presso il centro diurno, è ancora la responsabile di “Rivoluziona Scicli”. “Ci chiediamo se questo atteggiamento delle Suore non sia frutto della mancata erogazione da parte dell’Ente comunale del contributo che riceveva mensilmente il centro ma che, a causa dei tagli, è stato soppresso dal sindaco Susino. Eppure sappiamo che le attività nel centro continuano, grazie all’apporto economico di un benefattore. Spero si capisca – conclude – l’importanza che ha per Davide la socializzazione”.

foto archivio

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