Neanche il tempo di rientrare a casa, dopo la sospensione dello sciopero dalle fame che si è protratto per 4 lunghi giorni e che lo ha visto dormire in macchina, davanti la Prefettura di Ragusa che arriva un altro macigno per l’imprenditore vittoriese, Angelo Giacchi.
Bankitalia rende noto il report dell’ economia siciliana. I dati che vengono sviscerati, sono agghiaccianti. Nei soli primi sei mesi del 2013, sono stati licenziati 65.000 dipendenti, la disoccupazione giovanile dai 15 ai 24 anni è salita al 55%, le esportazioni hanno subìto un crollo pari al 17,9%, il mercato immobiliare è bloccato, le aziende registrano ancora cali nei fatturati, le sofferenze bancarie sono arrivate a 1 miliardo di Euro, con un incremento del 18%, dato per due volte superiore alla media Nazionale, il credito alle imprese da parte di Banche e Società Finanziarie che cala ancora del 3% ed un saldo negativo tra imprese avviate e chiuse di ben 1.900 aziende.
“Dopo aver letto questi dati – dice Giacchi – non mi resta che fare una sola considerazione, siamo tutti con le spalle al muro e si sta distruggendo l’intera economia della nostra amata Sicilia. Ma dove si vuole arrivare? Fra qualche anno i dati snocciolati sopra, significheranno altre centinaia e centinaia di aste giudiziarie che investiranno a tappeto aziende, famiglie, giovani.
Ci ritroveremo nuovamente con i Tribunali pieni di azioni giudiziarie e soprattutto con il rischio di rivivere drammi come quello del povero Guarascio oppure come quello della famiglia Pacetto o come quello di Giacchi.
Io a questo stillicidio di imprese, famiglie, lavoratori e giovani, non ci sto. Mi batterò con al fianco tutti quelli che vorranno farlo, affinchè le nostre aziende storiche e floride di un tempo, ritornino a vivere e a ridare la possibilità a centinaia di lavoratori, di riappropriarsi di un posto di lavoro che gli consenta di vivere serenamente insieme ai propri familiari.
Faccio appello a tutta la gente per bene che ha fatto del lavoro onesto e della famiglia, i pilastri fondanti della propria vita, di scendere in campo, di non avere pudore a raccontare la storia personale di non avere vergogna per tutto quello che si sta vivendo.
Devono vergognarsi altri che hanno provocato la fine di storie imprenditoriali importanti e storiche per la nostra provincia e che sono state aziende leader sia nei mercati Nazionali che Esteri.
Correte ai ripari classi dirigenti siciliane
Solo risanando e rimettendo in moto le aziende storiche cariche di esperienza e conoscenze, si potrà ripartire e ridare migliaia di posti di lavoro, solo ridando serenità alle famiglie, si spegneranno i focolai di disperazione e rivolta, solo procurando un posto di lavoro ad un uomo si eviterà che lo stesso scelga la strada dell’illegalità.
Sono certo che ancora ci sono tante persone per bene, oneste e che hanno a cuore le sorti delle famiglie e della società in cui vivono.
Spero di incontrarne tante, in questo percorso difficile, ma sono certo che insieme a loro, riusciremo a risolvere gli innumerevoli problemi che stanno vivendo le nostre famiglie”.
REPORT BANKITALIA: IN SICILIA NEI PRIMI SEI MESI DEL 2013, PERSI 65.000 POSTI DI LAVORO, DISOCCUPAZIONE GIOVANILE AL 55%, EXPORT -18%, SOFFERENZE BANCARIEGIUNTE A UN MILIARDO DI EURO, IL DOPPIO DEL DATO NAZIONALE.
- Novembre 10, 2013
- 8:01 am
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