“Caro Tribunale di Modica…” di Mario Fiorentino(magistrato)

Tribunale di ModicaAvendo prestato servizio presso il Tribunale di Modica, ed essendo rimasto affettivamente legato a tale Istituzione e alle persone con le quali ho condiviso un periodo di lavoro che certamente non dimenticherò, mi sento in dovere di rappresentare il mio personale auspicio – non so se tecnicamente attuabile, nell’ambito del progetto legislativo di riunificazione dei tribunali, e senza entrare nel merito delle relative questioni – che l’edificio giudiziario modicano mantenga (ed anzi, riacquisti pienamente) la propria originaria destinazione di struttura destinata allo svolgimento dell’attività giurisdizionale.
Pochi giorni fa ho appreso che, attualmente, esso è utilizzato solo parzialmente, mentre diverse sue parti sono al momento inattive. Sarebbero stati disattivati persino i telefoni.
Questa notizia ha provocato in me, come, penso, in quanti hanno avuto l’opportunità di lavorare presso il Tribunale di Modica, non solo emozione, ma anche tristezza. Infatti, non è facile per chi opera nel mondo del diritto poterlo fare in strutture moderne ed adeguate, effettivamente funzionali alle esigenze dell’attività giudiziaria. Il “Tribunale di Modica”, sia pure con alcuni limiti di carattere progettuale, costituisce certamente una struttura funzionale, dotata di un apprezzabile numero di aule, di spazi per gli avvocati, per i magistrati, per il personale amministrativo, per le parti, di uno spazio (magari non sempre sufficiente, ma abbastanza ampio) destinato a parcheggio per il pubblico e per i Procuratori, di un parcheggio per il Personale giudiziario, di vie di fuga, dall’interno del palazzo, in caso di necessità (circostanza che, sotto il profilo della sicurezza, può apparire banale, ma chi conosce la realtà di alcuni uffici pubblici sa che così non è).
Insomma, probabilmente non è sempre facile trovare strutture analoghe a quella modicana nel panorama dell’edilizia giudiziaria e pubblica.
Ricordo quante volte testimoni o Procuratori provenienti da altri distretti o magari dal Nord Italia (in alcuni casi, mi è parso di notare, con un iniziale, ancorché fugace, briciolo di prevenzione nei nostri riguardi) rimanevano quasi sorpresi (in senso positivo) dal Tribunale di Modica, dai locali dove si teneva udienza, dal grado di pulizia degli stessi, dall’ordine con il quale si svolgevano le udienze….ricordo ancora le udienze “fiume” fonoregistrate ex art. 422 c.p.c., dove sovente testimoni o procuratori – nonostante tenuti ad osservare, inevitabilmente, anche lunghi periodi di attesa – finivano per esternare pubblicamente il proprio apprezzamento per il decoro e la dignità con le quali l’udienza poteva essere svolta, grazie appunto all’esistenza di appositi locali a ciò destinati, che generavano in capo all’ospite, così come all’operatore del diritto, la chiara (e corretta) percezione di essere all’interno di una sede propria di un’Istituzione dello Stato, di un Tribunale.
Mi auguro, pertanto, che si possa continuare a fruire di edifici giudiziari, come quello del “Tribunale di Modica”, ovvero che si possano avere a disposizione, comunque, locali e spazi analoghi, pensati e progettati, sin dal loro sorgere, per lo svolgimento di un’attività, quale quella giudiziaria, non solo assai delicata e difficile (e che per ciò stesso richiede mezzi e strumenti adeguati, quali, innanzitutto, apposite sedi), ma essenziale per la tutela degli interessi della collettività e per il suo progresso civile, economico e culturale.
In bocca al lupo caro ed amato “Tribunale”.

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