LA PROTESTA DEL MOVIMENTO DEI FORCONI, CONFCOOPERATIVE RAGUSA FA APPELLO AL SENSO DI RESPONSABILITA’ DEI MANIFESTANTI GULINO: “SI RISCHIA DI DANNEGGIARE SERIAMENTE L’ECONOMIA DEL TERRITORIO IBLEO. E’ NECESSARIO UN DIALOGO SERRATO”

Il presidente provinciale Confcooperative Ragusa Gianni Gulino“Non possiamo non essere preoccupati per le nostre imprese associate. E, per questo motivo, facciamo un appello al senso di responsabilità del movimento dei forconi. Che senso ha danneggiare l’economia locale che, in questa fase, non ha nulla da perdere?”. E’ quanto sottolinea il presidente provinciale Confcooperative Ragusa, Gianni Gulino, a proposito della protesta, con relativo blocco della movimentazione delle merci, che i forconi intendono attuare a partire da lunedì 9 dicembre. “Riconosciamo di certo il diritto allo sciopero – aggiunge Gulino – riconosciamo la bontà delle rivendicazioni avanzate dal movimento che, tra l’altro, a distanza di tempo non hanno ancora ottenuto una risposta certa. Ma l’unica cosa che si rischia, in questo “bailamme”, è una guerra tra poveri assolutamente da evitare. Mettere in atto lo sbarramento delle merci significherebbe assestare un colpo, per certi versi anche mortale, alle piccole imprese, alle cooperative che si occupano del trasporto di merci deperibili, dal settore dell’ortofrutta a quello lattiero-caseario. Sarebbe una perdita immensa, in questa fase difficile, interrompere il contatto con mercati in continua effervescenza. Chi potrebbe risarcire i nostri operatori economici da una perdita sostanziale così grave? Ricordiamo ancora quanto accadde nel gennaio del 2012. E, ovviamente, il sistema economico locale teme che possa ripetersi qualcosa del genere. Come Confcooperative Ragusa, quindi, ritenendo che non avrebbe senso alcuno attuare una protesta del genere con ricadute negative difficili da quantificare ma che determinerebbero un danno irreparabile al nostro territorio, ci rivolgiamo ai forconi affinché valutino con la massima attenzione la possibilità di rinviare, o sospendere addirittura, la protesta, prediligendo la strada del dialogo e del confronto. Solo così potremo arrivare alla creazione di percorsi condivisi, sapendo che, in questa fase, la situazione complessiva è difficile per tutti”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa