L’attore modicano Alessandro Romano in tournèe nazionale con lo spettacolo “Il Bell’Antonio”. Questa sera debutto a Volterra, “io un prete in contrapposizione con la borghesia negli anni ’30”.

SONY DSC“Indosserò la tonaca e vestirò i panni di Fra Padre Raffaele, integerrimo uomo di Chiesa e irremovibile difensore dei dogmi dell’istituzione ecclesiastica”. Si concede una mezz’oretta di pausa l’attore modicano Alessandro Romano durante le prove che precedono il debutto di questa sera a Volterra nello spettacolo teatrale “Il Bell’Antonio” per la regia di Giancarlo Sepe. Nel breve intervallo l’attore parla di se, del suo ruolo, della bellezza del testo di Brancati, dei messaggi di cui il teatro e la cultura nella sua complessità deve farsi garante. “Nello spettacolo, dice Romano, interpreto Fra Padre Raffaele, un personaggio che rappresenta le chiare direttrici della Chiesa nel contesto degli anni ’30 e nel periodo fascista. La sua fermezza si contrappone alla volontà del padre di Antonio di ribaltare i dogmi ecclesiastici; per Fra Padre Raffaele un matrimonio, se non si ottempera ai doveri coniugali, deve essere annullato. Nel testo originario di Brancati le figure clericali sono tre, ma nell’adattamento teatrale il regista ha ridotto i personaggi assegnandone tutte le caratteristiche ad uno solo. Non è uno spettacolo verista ma surreale e metaforico…. Sono inoltre profondamente orgoglioso di portare in scena Brancati. Lo scrittore siciliano ha vissuto per un periodo a Modica ed è per me un onore fare conoscere e promuovere un caposaldo della nostra cultura”. Romano però non si sbottona sui progetti futuri ma dichiara di essere concentrato finora sulla tournèe nazionale del “Il Bell’Antonio” che lo porterà questo mese in Toscana, Lombardia (al “Manzoni” di Milano) Veneto e poi, da gennaio, nelle Marche e in Sicilia, a Modica dove il Teatro Garibaldi accoglierà la compagnia il 25 febbraio. Si ritorna alle faticose prove ma prima di cimentarsi nel suo ruolo l’attore modicano lancia un messaggio: “mi rivolgo ai giovani che in pochi si recano in teatro. Il mio desiderio è salire su un palcoscenico e vedere un’ampia presenza di ragazzi come spesso accade all’estero, in particolare in Portogallo e in Germania. L’arte teatrale, con le sue bellezze e contraddizioni, non deve essere un settore rivolto a una ristretta cerchia d’elite ma deve possedere una forte valenza sociale, capace di attirare l’attenzione di un vasto numero di persone” . Lo spettacolo ha origine da un progetto di Simona Celi, che ne ha curato la riduzione dal romanzo insieme ad Antonia Brancati, figlia di Vitaliano. “Il Bell’Antonio”, una produzione Lux T, vede in scena la presenza di Andrea Giordana, Direttore artistico della Fondazione Garibaldi, Simona Celi, Sovrintendente, e Giancarlo
Zanetti.

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