A vent’anni si ha la pressione arteriosa corretta. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaQuando si parla di pressione ci riferiamo comunemente a quella arteriosa, il cui valore è la misura diretta della pressione che viene esercitata dal sangue pompato dal cuore sui vasi sanguigni. Il cuore, battendo ad intervalli regolari, genera due tipi di pressione. La massima, chiamata anche sistolica, corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie, la minima, nota anche come diastolica, è la pressione nelle arterie quando il cuore si rilassa.
Ma è più importante il valore della massima o della minima? In verità, la minima rappresenta un dato per gli “addetti ai lavori”, mentre il valore da tenere sotto controllo è quello della massima. Valori compresi tra 110 e 130 di massima e 70 e 80 di minima sono da considerarsi del tutto normali. Si parla di ipertensione invece quando uno di questi valori è superiore. Monitorare la pressione sanguigna costantemente è fondamentale per fare prevenzione. Bisogna giocare d’anticipo. Se ci si accorge precocemente dell’innalzamento è più facile intervenire ed evitare quindi di arrecare danno al nostro sistema cardiovascolare.
La migliore pressione arteriosa è quella dei 18-20 anni. E’ il valore ottimale a cui puntare per tutta la vita, e il riuscire a mantenerla per tutta la vita, si avranno buone possibilità di evitare rischi cardiovascolari. Allora, miei cari giovani, perdete mezz’ora di tempo nel mese del vostro compleanno, misuratevi la pressione e segnatevela su un taccuino. La pressione di quell’età è la più giusta perché non inficiata da fattori di rischio come uno stile di vita sregolato.
In seguito potete controllarla ogni 5 anni, ma col passare degli anni, almeno una volta all’anno. Se nel corso della vita la vostra pressione supera questi valori è bene rivolgersi al vostro medico, il quale deciderà come intervenire nella maniera più opportuna. Certo, qualche milligrammo in più del valore più alto, non deve allarmare, a meno che il medico verifichi che ci sia già un danno d’organo. In assenza di danno, infatti, il medico vi suggerirà un controllo sistematico per 15 giorni, accompagnato da un controllo sulle 24 ore e soltanto dopo la rilevazione di parametri strumentali deciderà se consigliarvi una modifica del vostro stile di vita oppure se intervenire con una terapia farmacologica, oggi molto efficace e con molte possibilità di scelta da parte del medico.
Che cosa significa modificazione dello stile di vita? Prima di tutto la riduzione del peso corporeo, intervenendo sulle calorie e poi la pratica di esercizio fisico, che spesso fa più di una medicina. Bastano dai 20 ai 30 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana. Ma attenzione, perché non basta camminare guardando le vetrine, bisogna correre o fare esercizio fisico che faccia sudare, o anche soltanto salendo le scale di casa, perché è soltanto così che si dilatano le arterie con conseguente abbassamento della pressione. Importante è che sia un esercizio fisico che vi dia soddisfazione, che piaccia. E il sale nella dieta? Di quanto va diminuito? Il nostro organismo ha bisogno di sale, ma sicuramente ne usiamo più dei 5 grammi al giorno raccomandati. Una riduzione è auspicabile, ma non si può mangiare senza sale.
Concludo, infine, col considerare che il momento propizio nella giornata per misurare la pressione è a fine giornata, meglio se al tramonto, quando l’organismo si rilassa. L’ora meno indicata è quella del mattino, perché l’organismo, nell’atto di alzarsi dal letto, fa aumentare la pressione che serve per il cambiamento di posizione. In genere di notte la pressione si abbassa.

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