La festa del Natale spinge sempre a formulare auguri ed auspici. Cosa posso augurare! Ai credenti, di avere il coraggio di aprire il cuore al Dio fattosi bambino. Cominciamo noi, non aspettiamo che lo faccia chi ci sta accanto. Auguro che questo Natale possa essere l’occasione per “osare” , per far nascere in noi la voglia di cambiare, anche se gli altri continueranno a rimanere tali e quali. Senza questo “osare”, Natale resterà una bella invenzione umana, una vecchia fiaba da raccontare ai piccoli, una notte fatata, una trovata pubblicitaria per vendere quantitativi di merce. Ma anche a chi non crede o si ritiene agnostico o dubbioso nella fede, auguro che possa accogliere i “valori umani” che il bambino della grotta di Betlem ha esaltato e che sono dentro la coscienze di ogni uomo e ogni cultura.
Non si può celebrare il Natale e poi uccidere il bambino che nasce dentro di noi per essere noi i padroni del mondo calpestando i diritti, le regole, il senso civile del vivere, i bisogni di quelli che sono più indietro. Auguro a tutti che il Natale possa essere “l’aurora”, cioè l’inizio di una possibile ricerca del senso perduto, di un nuovo possibile orizzonte di speranza, specie per chi è senza lavoro, per chi è in attesa del salario, per chi è sfiduciato, amareggiato perché vive difficoltà concrete. Un’aurora che possa esprimersi nel ritorno al concreto, nella riscoperta di Dio e dell’altro come prossimo, proprio perché il prossimo, al di la delle sue idee politiche, religiose, etiche che possono condividersi o meno, ci fa capire che noi non siamo tutto, che abbiamo dei limiti, che quel che noi pensiamo e con cui spesso giudichiamo non è l’unica verità.
Auguro a tutti i lettori del quotidiano Radiortm.it, alla redazione, a tutto lo staff, ai collaboratori, e non solo a loro, di poter riscoprire il tempo del logos, cioè della parola ragionevole, del linguaggio che è rispettoso, che non offende, che non è volgare e che sa accettare il punto di vista dell’altro, e soprattutto che “sa pensare quello che dice e scrive” e che sa liberarsi dalla tentazione del “pregiudizio” che prescinde dal contenuto. Vi auguro di ritrovare i sentieri della pace e del perdono, per quanto questo dipenda da noi; non lasciamo che la “cultura della vita e dell’amore”, che promana dalla grotta di Betlem e che è stata donata a tutti, credenti e non credenti, rimanga senza efficacia, ma trovi invece concretezza lungo le strade della vita, della storia fatta di contraddizioni.
Facciamo entrare tale cultura nelle nostre case, nei palazzi delle Istituzioni, nella politica, nei partiti, nelle imprese, nelle scuole,negli ospedali, nelle università e soprattutto nei mezzi di informazione ove tutto sembra risolversi, spesso, in una comunicazione volgare e aggressiva che mira alla persuasione mediatica.
Il Natale possa farci comprendere che abbiamo bisogno di imparare nuovamente a parlare, ma a parlare non nel senso di dire parole, ma nel senso di porre le condizioni per contribuire a costruire e non a distruggere, a unire anziché dividere, sapendo vedere e trovare proprio le cose che uniscono. Buon Natale!
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…………… di DIRETTORE. IL CORAGGIO DI OSARE E DI SPERARE:BUON NATALE!
- Dicembre 25, 2013
- 12:08 am
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