Le “doti” dell’autismo. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaChissà quanti di voi avranno visto lo splendido film del 1988 Rain Man  con Dustin Hoffman, nella parte di un soggetto autistico, quasi incapace a tutto, ma abilissimo nei calcoli. Mi sono sempre chiesto perché abilità spesso eccezionali si trovano in quasi tutti i malati di autismo, che in verità sono chiusi, bloccati in tante abilità, ma poi sono portati e a volte eccellono nella matematica, e non solo. A dire il vero, questa domanda se lo sono posti più studiosi e una risposta o meglio una scoperta è stata effettuata alla Stanford University dove hanno messo a confronto le immagini cerebrali di 18 giovani malati di autismo e 18 sani impegnati a risolvere problemi e calcoli ed hanno rilevato che nei primi la matematica sollecita aree e modi di funzionamento diversi rispetto al gruppo di controllo. Però, se così si può dire, i loro conti tornano. A volte, addirittura meglio e più rapidamente che per i coetanei normali. Una speciale abilità può rivelarsi in vari campi, in questi malati che hanno gravi compromissioni in speciale modo sul piano sociale e comunicativo.   Il famoso psichiatra, Leo Kanner, che individuò questa patologia nel 1943, li chiamò “isolotti di abilità,” ma restava misterioso il perché di queste “zolle, isole” funzionanti, che compaiono quasi sempre anche nei malati più gravi. Dunque,è come se, a compensazione di un così profondo malessere, emerge spesso, solitario, un “dono”? In effetti ,questi poteri, magari eccezionali  sono presenti in pochi e quindi sono rari, ma con un livello notevole, si trovano in molti., e l’hanno quasi tutti.
Di recente si è individuata probabilmente la causa, infatti in certe aree ristrette del cervello c’è una iperconnettività, tanti collegamenti a livello locale mentre scarse sono le connessioni con le aree lontane. Da questa super concentrazione di nessi in una certa zona emerge la speciale capacità. Ora si sa, quindi, che nascono da “isole” del cervello iperfunzionanti in mezzo a tante disabilità.
Tra i “doni” più diffusi, si possono evidenziare  particolari capacità visivo-spaziali che portano  le persone autistiche per esempio a saper risolvere rapidamente  i puzzle bianchi, senza la facilitazione dell’immagine: loro riconoscono i margini frastagliati che si incastrano. E ancora le  doti musicali,infatti parecchi hanno addirittura l’”orecchio assoluto” che è la capacità, rara tra la popolazione normale, di distinguere l’altezza di una nota suonata da sola; e poi anche una  grande memoria, a volte prodigiosa: chiedi che giorno era il 13 settembre 1992 e loro subito: giovedì, o domenica… senza sbagliare.
Per tornare alla musica, interessante è la notizia della presenza   dell’”Orchestra invisibile”  attiva dal 2005 nella Cascina Rossago, una comunità-laboratorio per l’autismo vicino a Pavia, dove tra lavori in stalla e alla ceramica, tessitura e falegnameria, 14 percussionisti affetti da autismo suonano tutti i venerdì pomeriggio con altrettanti tra studenti, specializzandi e docenti dell’Università di Pavia. Ma sapete perché viene definita invisibile? Perché i suonatori autistici non reggerebbero la presenza di un pubblico, dunque ogni tipo di “esibizione” viene evitato. E dire che suonano magnificamente  il “jazz mainstream”.

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